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No all’Art 10 DL Crescita: così si esprime Anfit

Dichiarazioni forti e convinte quelle dell’associazione Anfit in riferimento al Decreto Crescita in vigore dal 1° maggio: “Diciamo No all’Art 10 DL Crescita”

Grande interesse nonché disapprovazione ha scatenato l’ Art 10 DL Crescita in vigore dal 1°maggio. Molti esperti e associazioni del settore si sono espressi al riguardo e i commenti non sono certo pacati. Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa appena diffuso dall’Associazione Anfit con il loro commento al riguardo.

Diciamo No all’ Art 10 DL Crescita

Il Decreto Crescita è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con entrata in vigore il 1° Maggio 2019. In relazione al nostro settore l’elemento più rilevante è sicuramente l’ Articolo 10, che ha scatenato roventi polemiche. Questo Articolo, in luogo della formulazione attuale, introduce una soluzione alternativa in cui il 50% del costo dell’intervento viene direttamente scontato dal fornitore al consumatore in fattura. Tale sistema, se confermato, porterebbe il settore dei serramenti in una profonda crisi e perciò vogliamo esprimere la netta contrarietà da parte di ANFIT a questo nuovo sistema di incentivazione. Infatti, mentre da una parte questa misura può essere appetibile per il consumatore finale, dall’altra può costituire una problematica sostanziale per i fornitori, soprattutto per le piccole e medie imprese.

La posizione di ANFIT

“La nostra posizione è chiara: siamo contrari all’ Art 10 DL Crescita così come è stato steso. Inoltre questo provvedimento non affronta – sottolinea Laura Michelini, presidente di ANFIT – il tema della presenza della famigerata ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici per Ecobonus e bonus casa, aspetto contro cui ANFIT si batte strenuamente da tempo. Il risultato è che si costringono i serramentisti ad un anticipo enorme, causando in molti casi problemi di liquidità praticamente insormontabili. Scontare del 50% un ecobonus in fattura non è assolutamente sostenibile per un settore privo di marginalità come il nostro settore. Diciamo quindi NO chiaro e deciso a questo aspetto del Decreto Crescita. I prossimi 90 giorni di attesa e incertezza che il settore si troverà davanti dovranno essere sfruttati al meglio per poter ottenere chiarimenti e modifiche”.

 

 

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