Serve iniettare liquidità immediata nel sistema delle imprese, altrimenti sarà disoccupazione, denuncia l’imprenditore di Risposta Serramenti
Marco Rossi è perentorio: “Serve iniettare urgentemente liquidità nel sistema delle imprese italiane altrimenti sarà disoccupazione”. Rossi, titolare di Risposta Serramenti, produttore di infissi in pvc, molto noto nel mondo del serramento – è vicepresidente Anfit e fa parte del Comitato promotore del Marchio Posa Qualità – lancia un messaggio al Governo e alle forze politiche dal punto di vista di chi è sulla linea del fronte imprenditoriale e occupazionale.
Un primo provvedimento immediato per iniettare liquidità è lo sblocco delle compensazioni della ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici per i lavori da ecobonus effettuati nel 2019.
Quest’anno, come forse noto ma non a tutti, la compensazione avverrà non a marzo come era fino al 2019 ma solo 10 giorni dopo la presentazione del bilancio aziendale (vedi news). Quindi, molti mesi più avanti (giugno?luglio?settembre?). Il che metterà in ulteriore difficoltà le aziende del settore serramenti e dell’edilizia, notoriamente poco liquide. E, poi la ritenuta va cancellata totalmente come propone da tempo Anfit e come ribadiva su questo sito qualche giorno fa il rivenditore Roberto Dionisi (clicca qui).
La denuncia di Rossi non si ferma qui. Il Governo dovrebbe dimostrare più chiarezza nei suoi decreti e nella sua comunicazione (e fa l’esempio calzante del modulo di autodichiarazione per gli spostamenti che è cambiato tre volte nel giro di pochi giorni). E le banche potrebbero far molto di più per far accedere al credito chi ne ha bisogno. Anche la cassa integrazione in deroga per le piccole aziende, pur essendo provvedimento meritrio, non fa fatta pagare alle aziende ma è lo Stato che deve assumersene l’onere. “Non possiamo cedere il credito ai dipendenti ma dobbiamo pagarli”. Infine, il Governo dovrebbe fare di più e meglio, anche sotto l’aspetto comunicazione che attualmente è molto deficitario.
Risposta Serramenti è situata a Castenedolo alle porte di Brescia, una delle zone più colpite dal coronavirus. Vanta sul sito aziendale una superficie maggiore di oltre 10 mila metri quadrati di cui 3.000 mq dedicati alla produzione, 1.000 mq ai magazzini materie prime e prodotto finito, 900 mq di palazzina uffici e 6.500 mq di piazzale logistico. Oltre cinquanta i dipendenti.