La bozza del DL che vuole rilanciare l’economia e l’edilizia, così come è stato scritto, affosserà la piccola edilizia, l’impiantistica e la serramentistica
Infissi e schermature condannati al palo dell’ecobonus del 50%? Parrebbe proprio di sì. Il Decreto Maggio, già Decreto Aprile e ora opportunamente ribattezzato DL Rilancio (prudenza, magari esce a giugno…) si propone di rilanciare l’economia del paese. Il tutto contenuto in 767 pagine (avete letto bene, 767!), cui inevitabilmente seguiranno altre migliaia di pagine dei necessari decreti attuativi che occuperanno i ministeri e l’amministrazione statale per i prossimi sei mesi mentre nel frattempo il paziente già indebolito dal Covid-19 è destinato inevitabilmente ad estinguersi.
Veniamo subito al sodo: nel testo che circola non c’è spazio alcuno (al momento) per un ecobonus110pc per infissi e schermature, ovvero precisiamo, per la sostituzione dei soli infissi e l’installazione delle schermature solari. La super detrazione è riservata ai soli grandi lavori edilizi appannaggio delle imprese edili, in cui certamente troveranno spazio anche infissi e schermature ma in una logica subalterna a imprese edili che non vedranno il becco di un quattrino per lungo tempo grazie alla c essione del credito che tutto è meno che liquidità. Quindi, infissi e schermature sì ma a prezzi strozzati e magari per prodotti a basso costo acquistati direttamente dalle imprese altrove.
Notizia di ieri è stato un incontro in videoconferenza tra Daniele Della Bona, capo della Segreteria particolare dell’on. Roberto Fraccaro, punta di lancia del MEF sul tema detrazioni per edilizia, e una delegazione Finco capeggiata dal direttore Angelo Artale e composta da Pietro Gimelli di Unicmi, Marco Rossi di Anfit e Nicola Fornarelli di Acmi, tutte associazioni socie Finco (mancava per ragioni di forza maggiore Fabio Gasparini di Assites).
Tutti hanno sostenuto come molto limitante l’attuale assetto del decreto, che penalizza un’industria e un artigianato che crea ricchezza e lavoro assicurando risparmio energetico, sicurezza e confort. Non basta l’ecobonus110pc per il “cappotto”, le pompe di calore e la sostituzione di impianti a gasolio. È necessario, viceversa, riservare la possibilità di un’aliquota incrementale anche ai singoli interventi o ad interventi abbinati, ma a scelta del committente, singolo o collettivo, come evidenziato da Gimelli. Un ecobonus al 50% avrebbe significato il gelo del mercato (già avvenuto di fatto) e la messa in cassa integrazione di migliaia di maestranze, ha detto a muso duro Rossi.
A testimonianza dell’inattuabilità del programma governativo Nicola Fornarelli ha citato il caso di Ferrara, città in cui vive, dove la geotermia è un sistema di riscaldamento diffuso, e dove il mattone a vista rende impossibile il cappotto esterno. Che facciamo? Entriamo nelle case della gente e gli facciamo il cappotto interno? Mai e giammai. Gli stessi ferraresi non avrebbero però la possibilità di usufruire dell’ecobonus110pc per sostituire le finestre, nel caso in cui ne avessero bisogno. E poi, il cappotto a vista in tre quarti dell’Italia storica non ci sta mica. Sarebbe un orrore tale da far impazzire il nostro ministro dei Beni culturali che ha propugnato il bonus facciate al 90% per rendere più bella l’Italia.
Qui in allegato trovate le 14 pagine destinate al rilancio dell’edilizia e contenenti le PROPOSTE PER IL RILANCIO DELL’EDILIZIA IN ITALIA a cura dell’on. Fraccaro, IN BOZZA, sia ben chiaro. Evitiamo di farvi perdere tempo con le 767 pagine della bozza di decreto. Verranno riscritte alcune decine di volte prima che approdino in Consiglio dei Ministri.
a cura di Ennio Braicovich