Finco, la federazione a cui fanno riferimento anche molte associazioni del settore serramentistico (da ANFIT ad UNICMI) ha diffuso le sue valutazioni sulla Legge di Bilancio 2020 divenuta operativa dal 1 gennaio.
Considerazioni Finco che vanno dallo specifico, allo scenario generale. Andando con ordine, oltre al bonus facciate per il quale viene valutato che ” I pro della misura superano i contro” rendendo “poco comprensibili le critiche “ambientaliste” da parte degli stessi che si oppongono a spada tratta alla “plastic tax”” , moderata soddisfazione viene espressa per “la conferma – ancorché sempre di breve periodo – dei bonus per efficienza energetica e sismica nonostante per infissi e schermature solari continui ad applicarsi il 50% e non il 65%...”
Molto negativamente viene valutato il mantenimento della ritenuta IVA dell’8% sui bonifici relativi agli interventi per la riqualificazione energetica. Permanenza di fatto resa incomprensibile dall’obbligo di fatturazione elettronica che sembra avvalorare la volontà da parte del Governo” di far cassa sulla pelle delle imprese“.
Bene/Male il giudizio espresso sia sullo sconto in fattura (opzione di cui la Federazione si è fatta attiva promotrice per la cancellazione) e giudicata comunque sempre troppo complessa, sia sul meccanismo di anticipazione sulle ritenute per la manodopera impiegata in appalti e subappalti.
Bene viene giudicato l’impegno sulla manutenzione del territorio, “se si traduce in pratica, finalmente“. Le considerazioni Finco sui contenuti la legge di Bilancio 2020 vengono poi ampliate a livello generale ribadendo quelli che la federazione giudica i nodi fondamentali e strutturali a cominciare da:
“a)… quello della spesa pubblica corrente e priva di ritorni; b) in secondo luogo la devastante occupazione del mercato da parte di aziende statali e soprattutto municipali, che in alcuni casi (vedi AMA/ATAC a Roma) costituiscono la summa di come non deve essere speso il denaro dei contribuenti. E, visto che siamo in periodo di rinnovo delle relative governance, cerchiamo di scegliere persone capaci (bene il pressing sulle competenze da parte di Federmanager).
c) Un fisco oramai arrivato ad un’imposizione mediamente di oltre il 40% e sempre attento ai soliti noti (vedi ad esempio incremento imposta auto aziendali fortunatamente rientrato) e di sempre più farraginosa applicazione.
d) Una burocrazia che, ad onta di tutte le sempre sbandierate migliori intenzioni, rimane un fardello per lo sviluppo del Paese e sostanzialmente un nemico – invece che un facilitatore – per cittadini ed imprese.
e) Un sistema della giustizia che mina alla base un collante fondamentale della convivenza che è la certezza e la rapidità del diritto e che è ormai arrogantemente autogestito, ben oltre il dettato costituzionale, dalla categoria dei magistrati che fanno e disfanno senza ostacolo e controllo alcuno. E che sono autogovernati da un organo – il Consiglio Superiore della Magistratura – che va radicalmente cambiato. Sarà ora di dirlo.
Sono problemi che vengono da lontano, certamente, ma riusciamo ad iniziare almeno a metterci mano, o dobbiamo aspettare che questo Paese involva fino a collocarsi idealmente dall’altra parte del Mediterraneo?”
In chiusura le considerazioni Finco sulla legge di Bilancio 2020 coinvolgono pure il Progetto Italia che prevede la fusione di: “Salini, Astaldi, Cossi e forse anche Pizzarotti e Trevi. Cioè un gigante di cui abbiamo letto nei dettagli, giornalmente, degli aspetti di governance, ma assai poco delle regole di “ingaggio” di mercato. Che vi sia necessità di reagire ad una crisi sistemica d’accordo, ma è opportuno sapere dove e su quale tipologia di appalti intende lavorare quello che da solo varrà una significativa parte del mercato delle grandi imprese in Italia.“