Finco, Federazione delle industrie per le costruzioni (ne fanno parte Acmi, Anfit, Assites e Unicmi) pungula il Governo ad adottare dei provvedimenti in grado di agevolare l’equilibrio finanziario delle imprese e di sfrondare il carico burocratico e fiscale che le sovrasta e le azzoppa. Lo fa con una presa di posizione del direttore generale Angelo Artale che propone una prima serie di possibili misure al netto di quanto contenuto nei vari decreti DPCM e DL emanati nei giorni scorsi per fronteggiare le conseguenze economiche del contagio. Eccole:
1) Stop alla disciplina del DURF e alla nuova disciplina di cui all’articolo 17-bis del D.Lgs 241/97 (introdotto dall’articolo 4 del D.L. 124/2019) per i versamenti delle ritenute di lavoro dipendente negli appalti, subappalti, affidamenti e contratti comunque denominati caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi del committente e con mezzi dello stesso.
2) Rinvio delle disposizioni sugli obblighi di trasparenza su sovvenzioni, contributi e aiuti da fornire in nota integrativa al bilancio ai sensi dell’art. 1, commi da 125 a 129, della Legge124/2017, come modificato dall’art. 25 del D.L. 34/2019 (c.d. decreto crescita pubblicato sulla GU del 30/4/2019).
3) Proroga di almeno un anno dei termini fissati al 30 settembre 2020 da Provvedimento Agenzia delle Entrate n. 99922 del 28/2/2020 entro i quali i contribuenti dovrebbero adeguare i propri software di fatturazione elettronica alle nuove specifiche tecniche.
4) Chiarimento normativo che stabilisca come meramente formali le tardive emissioni (trasmissioni) delle fatture che rispettano comunque i termini di versamento dell’imposta.
5) Disciplina della crisi d’impresa di cui al D.Lgs 14/2019 da modificare, prorogando, quantomeno al 15 febbraio 2021, l’entrata in vigore delle disposizioni introdotte dall’articolo 378 del D.Lgs 14/2019 (codice della crisi d’impresa) in materia di estensione della responsabilità degli amministratori. In un periodo di incertezza generalizzata e di recessione, come quello in cui è entrato il sistema Paese anche a causa (ma non solo) del coronavirus, è semplicemente inopportuno privare di fatto l’imprenditore della limitazione di responsabilità tradizionalmente prevista per le s.r.l. estendendo le possibili azioni dei creditori anche sul patrimonio personale dell’amministratore stesso (socio o meno della società amministrata).
6) Prime misure fiscali a sostegno della liquidità delle imprese che esportano, introducendo il rimborso del credito Iva prioritario, entro 20 giorni e senza richiesta di documentazione e garanzie fideiussorie, per chi emette fattura elettronica ai sensi dell’articolo 1 del d.Lgs 127/2015 verso controparti non residenti (ad esempio per esportazioni, cessioni intracomunitarie o lavorazioni) per l’importo figurativamente corrispondente all’Iva non dovuta su dette operazioni.
Il settore delle “esportazioni” a seguito del coronavirus, anche per l’effetto di improprie comunicazioni diffuse in queste settimane, dovrà lottare per anni prima di recuperare immagine e fiducia nel contesto internazionale. E’ fondamentale pertanto individuare quanto prima una serie di misure a sostegno del “Made in Italy” partendo dall’eliminazione di qualsiasi ostacolo interno alle imprese che “esportano”. In tal senso va quindi immediatamente riconosciuto il rimborso immediato dei crediti Iva che normalmente vengono accumulati da chi esporta. E rendere subito operative le misure contenute in proposito all’articolo 72 del decreto “Cura Italia”.
7) Stop alle disposizioni attualmente previste in materia di Reverse charge dall’articolo 17 comma 6 del DPR 633/72 (settore costruzioni in particolare) e stop ad eventuali nuove autorizzazioni comunitarie in deroga per prorogare la disciplina dello Split payment di cui all’articolo 17-ter in scadenza il prossimo 30/6/2020. La fattura elettronica introdotta in via pressoché generalizzata dal 2019 permette di seguire con celerità eventuali frodi o abusi. Va restituita quindi la liquidità tolta a molte imprese del settore che soffrono costantemente di crediti Iva non incassandola sulle proprie forniture a causa del reverse charge. Analogo discorso in merito alla disciplina dello Split payment su cui si impone in tutta evidenza il fatto che questo regime in deroga, autorizzato dal Consiglio UE 2017/784/UE del 25 aprile 2017, dovrebbe cessare appunto il prossimo 30/6/2020.
8) Introdurre una piattaforma pubblica (o a monitoraggio pubblico) che consenta e proponga agli operatori che emettono fattura elettronica di compensare in modo multilaterale i propri debiti e crediti commerciali; in questo modo potrebbero essere ridotte le esigenze di ricorso al credito bancario.
Angelo Artale, Direttore Generale Finco
a cura di EB