Dal 2 marzo il mondo dell’edilizia è attesa dei decreti attuativi sull’Ecobonus che dovrebbero disciplinare le detrazioni fiscali per il risparmio energetico degli edifici in base alle nuove disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2018. Nulla però si vede ancora all’orizzonte e poco sono valse finora le proteste associative.
Eppure c’è una bozza del decreto che circola da parecchie settimane e che preoccupa vivamente il mondo del serramento. Al punto che ieri è partita una lettera al primo ministro Giuseppe Conte firmata dai presidenti delle sette associazioni del settore che sollecita un confronto in merito. La missiva è stata anche inviata per conoscenza al sottosegretario Giorgetti, ai ministri Di Maio, Toninelli, Tria e Costa e al sottosegretario al MIT Rixi.
“Sulla base delle informazioni a noi disponibili- scrivono i sette presidenti – il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe predisposto un testo in fase di concerto con gli altri Ministeri competenti. Il testo del decreto introdurrebbe requisiti tecnici che sarebbero penalizzanti per il settore in quanto volti a premiare esclusivamente serramenti perlopiù importati dall’estero, con un’evidente distorsione del mercato a scapito di tutta la filiera di qualità delle nostre imprese fino al consumatore finale.
Tale ipotesi ci vede particolarmente preoccupati e ci ha, pertanto, indotto a rivolgerci a Lei per chiederLe di aprire un confronto con le associazioni scriventi al fine di valutare gli strumenti più opportuni che sappiano coniugare il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale con la valorizzazione dei prodotti di qualità tipicamente offerti dalle PMI italiane”.
La lettera, che indica come riferimento interassociativo Pietro Gimelli di Unicmi, è firmata da Laura Michelini (Anfit), Daniele Vaccarino (CNA Nazionale), Massimo Buccilli (EdilegnoArredo/FederlegnoArredo), Carlo Ciotti (Pvc Forum Italia), Giovanni Battista Sarnico (Confartigianato Legno Arredo), Fabio Ragazzini (LegnoLegno sc) e Riccardo Casini(Unicmi).
Solo qualche giorno fa in audizione al Senato il ministro Di Maio aveva descritto l’ecobonus e gli sgravi fiscali in genere come interventi onerosi per lo Stato.