“Il repentino – ancorché per certi versi comprensibile – cambio in corsa delle regole di applicazione del Superbonus ha finito per fagocitare anche i bonus per la riqualificazione energetica, quale l’ ecobonus il cui impatto sulle casse dello Stato è di gran lunga inferiore rispetto a quello del 110%. E che è fondamentale per raggiungere – o almeno avvicinare – i livelli di prestazione energetica approvati a livello comunitario.
Le nostre richieste sono poche, ma ben definite e volte a conciliare le più che legittime esigenze del Governo di mantenere in ordine i conti dello Stato, con i patti in tema di fisco (materia che non dovrebbe mai essere, nella sostanza, retroattiva) che lo stesso Governo stringe con i cittadini”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Stefano Casandrini di Assotermica, Roberto Saccone di Assoclima, Marco Rossi di Anfit, Pietro Gimelli di Unicmi, Gabriele Meroni di Federlegnoarredo, al termine della conferenza stampa tenutasi ieri a Montecitorio.
“Chiediamo pertanto che venga reintrodotto lo sconto in fattura e la cessione del credito per ecobonus (50%-65%) e bonus casa (50%). Basti pensare che l’abolizione immediata delle due opzioni produrrà, per il solo 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus) e di ristrutturazione edile (Bonus-casa) e conseguentemente della tenuta occupazionale delle imprese coinvolte costrette a fare i conti con consistenti cali di fatturato. Non si contano in queste settimane le disdette o le sospensioni degli ordini in essere, destinati a cantieri che nella fatidica data del 16 febbraio non erano ancora avviati.
A questo si lega, dunque, la nostra seconda richiesta – ma non per ordine di importanza – riguardante la non applicabilità del Decreto 16 febbraio 2023, n. 11 per ordini, forniture e ingaggi già concordati in data antecedente l’entrata in vigore del suddetto Decreto. Si tratta, infatti, di commesse spesso su misura per le quali le aziende si sono già esposte verso fornitori o addirittura avevano già avviata o conclusa la produzione e che ora si vedono bloccate. Da parte nostra infine, tutta la disponibilità a sedersi al tavolo governativo per il riesame degli incentivi fiscali, e relativi requisiti, per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano. Siamo certi che Governo e Parlamento non vorranno privarsi di ascoltare chi può offrire un contributo che si forma sul campo e che dovrebbe essere alla base di ogni intervento normativo”.
ANIMA con ASSOTERMICA, ASSOCLIMA e AQUA ITALIA, FINCO con ANFIT, UNICMI e ASSITES, FEDERLEGNOARREDO con ASSOTENDE ed EDILEGNOARREDO, AIRES e ANGAISA.