Anche Unicmi si unisce alla richiesta di un emendamento che preveda l’ammissione delle pratiche per i bonus con opzione dello sconto in fattura, che al 17 febbraio 2023 siano state in possesso di fattura di acconto o di contratto di cessione del credito per l’opzione di sconto in fattura. Unicmi, insieme a Anfit, Assovetro, FederlegnoArredo e Pvc Forum Italia e alla Federazione Finco per questo motivo ha inviato una nota urgente al viceministro dell’Economia e Finanze Maurizio Leo, al presidente della VI Commissione (Finanze) della Camera Marco Osnato e a tutti i membri della Commissione che stanno preliminarmente esaminando il DL 16 febbraio 2023, n. 11 nell’iter di conversione in legge del decreto, segnalando loro una grave distorsione contenuta nell’applicazione dell’art. 2 del provvedimento.
Le Associazioni hanno espresso la grave preoccupazione per le drammatiche conseguenze che ha portato il DL 16 febbraio 2023, n. 11, evidenziando come gli Uffici Studi prevedano che l’abolizione immediata delle opzioni di sconto in fattura e delle cessioni dei crediti possano produrre, solo per il 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus) e di ristrutturazione edile (bonus casa) e conseguentemente dei fatturati delle imprese produttrici e della tenuta occupazionale e sottolineando come questi incentivi non abbiano registrato alcuno scostamento rispetto alle previsioni di bilancio e hanno un impatto contenuto sull’ammontare complessivo dei crediti generati.
Ma lo scopo principale della nota è volto a segnalare a Governo e Parlamento la grave distorsione applicativa del decreto causata dalla particolarità del settore dell’involucro edilizio. Esiste infatti una oggettiva asimmetria di criteri per far salve le operazioni in essere al 17 febbraio.
Le Associazioni hanno evidenziato come se il termine per accedere all’opzione dello sconto in fattura è da considerarsi il 17 febbraio e se i documenti che, in caso di edilizia libera (ovvero la stragrande maggioranza degli interventi dei bonus citati, da ritenersi essenziali per rispettare il termine del 17 febbraio, sono la dichiarazione sostitutiva firmata dal cliente e l’emissione di fattura di saldo e relativo pagamento con bonifico parlante da parte del cliente, migliaia di interventi già concordati e per i quali le aziende si sono già esposte finanziariamente non saranno coperti dalla possibilità di sconto in fattura e le aziende e i consumatori subiranno un grave danno. A ciò si aggiunga che la maggior parte dei prodotti coinvolti sono costruiti su misura e, per tanto, non sono più rivendibili sul mercato e dunque non riutilizzabili diversamente.
Per ovviare a questa distorsione e, soprattutto, per evitare un danno economico ingente a migliaia di imprese che hanno già pagato forniture non più rivendibili, le Associazioni hanno sottolineato come sia dunque necessario che, o con un Decreto di urgenza, o al massimo in fase di conversione di Legge del DL 11 sia inserito un emendamento che preveda l’ammissione delle pratiche per interventi con ecobonus o bonus ristrutturazioni con opzione dello sconto in fattura che al 17 febbraio 2023 siano state in possesso di fattura di acconto o di contratto di cessione del credito per l’opzione di sconto in fattura.