lunedì 27 febbraio 2023 – Amministratore
La missiva ha l’intento di fare chiarezza soprattutto sull’articolo n.2 del Decreto legge approvato il 16 febbraio scorso: “Le nostre Associazioni sono estremamente preoccupate per le drammatiche conseguenze che ha portato il DL 16 febbraio 2023, n. 11. I nostri Uffici Studi prevedono, infatti, che l’abolizione immediata delle opzioni di sconto in fattura e delle cessioni dei crediti produrrà, solo per il 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus) e di ristrutturazione edile (Bonus-casa) e conseguentemente dei fatturati delle imprese produttrici e della tenuta occupazionale.
Il Bonus Casa e l’Ecobonus non hanno registrato alcuno scostamento rispetto alle previsioni di bilancio e hanno un impatto contenuto sull’ammontare complessivo dei crediti generati. Aldilà delle ripercussioni che il DL provocherà, preme portare alla vostra attenzione una grave distorsione applicativa del decreto causata dalla particolarità del nostro settore. Esiste infatti una oggettiva asimmetria di criteri per far salve le operazioni in essere al 17 febbraio.
La fornitura ad un cliente che ha scelto il Bonus Casa o l’Ecobonus con l’opzione dello sconto in fattura necessita infatti di questi passaggi:
Ebbene, se il termine per accedere all’opzione dello sconto in fattura è da considerarsi il 17 febbraio e se i documenti che, in caso di edilizia libera (ovvero la stragrande maggioranza degli interventi con il Bonus Casa o con l’Ecobonus) da ritenersi essenziali per rispettare il termine del 17 febbraio sono la dichiarazione sostitutiva firmata dal cliente e l’emissione di fattura di saldo e relativo pagamento con bonifico parlante da parte del cliente, migliaia di interventi già concordati e per i quali le aziende si sono già esposte finanziariamente non saranno coperti dalla possibilità di sconto in fattura e le nostre aziende e i consumatori subiranno un grave danno.
A ciò si aggiunga che la maggior parte dei prodotti coinvolti sono costruiti su misura e, per tanto, non sono più rivendibili sul mercato e dunque non riutilizzabili diversamente.
Per ovviare a questa distorsione e, soprattutto, per evitare un danno economico ingente a migliaia di imprese che hanno già pagato forniture non più rivendibili, crediamo sia necessario che, o con un Decreto di urgenza, o al massimo in fase di conversione di Legge del DL 11 sia inserito un emendamento che preveda l’ammissione delle pratiche per interventi usufruenti di Ecobonus o Bonus Casa con opzione dello sconto in fattura che al 17 febbraio 2023 siano stati in possesso di fattura di acconto o di contratto di cessione del credito per l’opzione di sconto in fattura.
Articolo 2, Comma 1 bis
“Le disposizioni di cui al comma 1 dell’art 2 del D.L. 16 febbraio 2023, n.11, non si applicano alle opzioni relative alle spese sostenute per interventi diversi da quelli di cui all’art 119 del decreto legge 34 del 2020. (interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all’articolo 16-bis, comma 1, lettere a), b) e d), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917; e interventi di efficienza energetica di cui all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90 e di cui ai commi 1 e 2 dell’articolo 119) che attestino il possesso di fattura di acconto o di contratto di cessione del credito per l’opzione di sconto in fattura antecedenti al 17 febbraio 2023”.