Alcune associazioni di categoria evidenziano un possibile effetto distorsivo generato dal divieto di applicazione dell’art .121 del DL Rilancio dal 17 febbraio 2023
Data: 27 Febbraio 2023
Le associazioni dell’involucro edilizio sono fortemente preoccupate per gli effetti del DL 11 che ha abolito la cessione del credito e lo sconto in fattura a partire dal 17 febbraio. Chiedono a MEF e Parlamento di salvaguardare le operazioni in essere al 17 febbraio in considerazione del fatto che il tempo di attraversamento delle commesse può essere davvero lungo.
Protestano contro il DL 11 le associazioni che rappresentano l’intero mondo industriale e artigianale dell’involucro edilizio: serramenti, vetrazioni, schermature solari, porte, chiusure oscuranti. Ora lo fanno con una lettera rivolta al viceministro del MEF Maurizio Leo, al presidente della VI Commissione Finanze Marco Osnato e ai membri della stessa Commissione che sta esaminando il DL. Una lettera che denuncia il pesante calo del mercato per i lavori da Ecobonus e Bonus Casa e una grave distorsione applicativa del decreto dovuta alla struttura particolare di questo mercato fatto soprattutto di modesti ordini su misura e dai lunghi tempi di attraversamento dall’inizio lavori alla chiusura dei lavori stessi.
La lettera in allegato alla fine del post
Che cosa dicono le associazioni?
Anzitutto il DL 11 avrà, anzi sta già avendo, delle drammatiche conseguenze. Gli Uffici Studi prevedono, che l’abolizione immediata delle opzioni di sconto in fattura e delle cessioni dei crediti produrrà, solo per il 2023, un calo fra il 30% e il 40% degli interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus) e di ristrutturazione edile (Bonus-casa) e conseguentemente dei fatturati delle imprese produttrici e della tenuta occupazionale.
Peraltro il Bonus Casa e l’Ecobonus non hanno registrato alcuno scostamento rispetto alle previsioni di bilancio e hanno un impatto contenuto sull’ammontare complessivo dei crediti generati.
Grave distorsione applicativa
La fornitura ad un cliente che ha scelto il Bonus Casa o l’Ecobonus con l’opzione dello sconto in fattura necessita infatti di questi passaggi:
La barriera del 17 febbraio
Ebbene, scrivono le associazioni, se il termine per accedere all’opzione dello sconto in fattura è da considerarsi il 17 febbraio e se i documenti che, in caso di edilizia libera (ovvero la stragrande maggioranza degli interventi con il Bonus Casa o con l’Ecobonus) da ritenersi essenziali per rispettare il termine del 17 febbraio sono la dichiarazione sostitutiva firmata dal cliente e l’emissione di fattura di saldo e relativo pagamento con bonifico parlante da parte del cliente, migliaia di interventi già concordati e per i quali le aziende si sono già esposte finanziariamente non saranno coperti dalla possibilità di sconto in fattura e le nostre aziende e i consumatori subiranno un grave danno.
A ciò si aggiunga che la maggior parte dei prodotti coinvolti sono costruiti su misura e, per tanto, non sono più rivendibili sul mercato e dunque non riutilizzabili diversamente.
Come ovviare alla distorsione
A questo punto si tratta di ovviare un ingente danno economico a migliaia di imprese che hanno già pagato forniture non più rivendibili. Occorre un decreto urgente o un emendamento al DL ad hoc. In entrambi i casi è necessario prevedere “l’ammissione delle pratiche per interventi usufruenti di Ecobonus o Bonus Casa con opzione dello sconto in fattura che al 17 febbraio 2023 siano stati in possesso di fattura di acconto o di contratto di cessione del credito per l’opzione di sconto in fattura”. A tale fine le associazioni propongono una traccia per emendamento all’articolo 2, comma bis del DL 11/2023.
Firmatari della lettera delle associazioni
Hanno sottoscritto la lettera a Governo e Parlamento:
Marco Rossi, presidente Anfit; Walter Da Riz, direttore Generale Assovetro; Andrea Bazzichetto, presidente di EdilegnoArredo di FederlegnoArredo; Gianfranco Bellin, presidente Assotende di FederlegnoArredo; Angelo Artale, Direttore Generale Finco; Carlo Ciotti, presidente Pvc Forum Italia e Guido Faré, presidente Unicmi