L’ articolo 10 del Decreto Crescita è stato oggetto di una approfondita discussione al Tavolo Tecnico del MISE (vedi news) voluto dal ministro dello Sviluppo economico Patuanelli alla luce delle tante proteste e in vista di una eventuale revisione del provvedimento che scadrà a fine anno. Alla riunione erano presenti tutte le associazioni di categoria e, per il Governo, il capo della segreteria tecnica del Ministro il dott. Daniel De Vito, oltre che un rappresentante del Ministero dell’Economia e Finanze. Al Tavolo tecnico erano stati invitati Enea, Cna, Confartigianato, FederlegnoArredo, Anfit, Assites, Finco, Unicmi, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria. Altre Associazioni, specie del giro energetico, si sono accodate.
I rappresentanti ministeriali hanno mostrato una grande disponibilità ad ascoltare le associazioni, le loro critiche ed eventuali proposte migliorative, e soprattutto hanno riconosciuto apertamente che il problema esiste, che l’articolo 10 mette in grave difficoltà le piccole aziende così numerose in un settore così frammentato come quello del serramento mentre favorisce i grandi gruppi stranieri.
In maniera chiara e netta l’abrogazione dell’articolo 10 è stata richiesta da parte di Anfit, Assites, Casartigiani, CNA, Confcommercio, Confartigianato, FederlegnoArredo, Finco e Unicmi mentre Confindustria ha ammesso (sic!) di non avere un’idea in merito in quanto al proprio interno vi sono opinioni contrastanti. Comprensibilmente favorevoli all’ articolo 10 invece i rappresentanti delle Esco per le quali, notiamo, la cessione del credito è solo grasso che cola. Alla fine i ministeriali hanno dovuto incassare il no quasi totale. Qualche segnale di apertura per il futuro è stato manifestato e potrebbero esserci delle controproposte. Le conclusioni vere le potremmo affidare alle parole di De Vito: “Se avessimo fatto questa riunione un anno fa, non ci saremmo trovati qui, oggi, a cercare di trovare delle vie di uscita”.
Per Finco era presenti il direttore generale Angelo Artale, e i rappresentanti di Anfit – la presidente Laura Michelini, e gli industriali Riccardo Figliolia e Francesco Mangione – e di Assites, nelle persone del presidente Fabio Gasparini e di Corrado Olivieri. Figliolia così riflette a fine della riunione: “Ai rappresentanti ministeriali abbiamo evidenziato che le aziende del settore in genere non hanno strutture in grado di gestire i carichi burocratici, fiscali e finanziari che lo sconto in fattura impone. Non parliamo, poi, degli artigiani. Abbiamo messo in luce che la detrazione del 65% andava bene per tutti – clienti, produttori e Stato – ma insipientemente il governo di allora ce la ribassò al 50%. Forse una soluzione potrebbe essere una cessione del credito a più livelli (ora si ferma al secondo livello) o una sua cessione a soggetti finanziari come Medio Credito Centrale, Cassa Depositi e Prestiti e altri”.
Presente anche Pietro Gimelli, direttore generale di Unicmi che così considera quanto successo al Tavolo Tecnico presso il MISE: “Quasi tutte le Federazioni e Associazioni si sono pronunciate contro. Nessuno peraltro aveva delle vere ipotesi alternative in tasca. Credo che i rappresentanti ministeriali abbiano colto molto bene il messaggio giunto dal 90% del settore: ovvero fanno prima ad eliminare l’articolo 10, ovvero a non prorogarlo. Con calma si potrebbe riflettere su altre ipotesi. Ad esempio, su come non gettare via la cessione del credito che era l’unica cosa buona dell’articolo e a limitare gli interventi quelli di 1° livello. Sono ipotesi che abbiamo già avanzato. Per il resto è no su tutta la linea”.
Sebastiano Cerullo, direttore generale di FederlegnoArredo, annota su Linkedin: “Ho portato la posizione di abrogazione dell’articolo 10 come unica soluzione per salvaguardare delle imprese della filiera legno interessate da questo dispositivo. L’abrogazione è la posizione dominante emersa nella discussione con tutte le altre associazioni presenti intorno a questo tavolo e, quindi, speriamo che venga presa in considerazione dalla politica”.
Non presenti ma informatissimi su quanto succedeva al Tavolo tecnico due produttori di serramenti e esponenti del mondo associativo artigiano.
Così ci dichiara Giovanni Battista Sarnico, presidente nazionale Federazione LegnoArredo di Confartigianato: “I nostri rappresentanti hanno espresso un chiaro no all’ articolo 10. La posizione è la stessa da noi espressa alla X Commissione Industria del Senato e confermata ieri dalla Direzione nazionale della Federazione. I nostri artigiani sono piccole aziende e non hanno le strutture in grado di gestire il carico burocratico e neanche il carico fiscale e finanziario che impone lo sconto in fattura”.
Una posizione condivisa perfettamente da Mauro Sellari, serramentista e presidente Unione Produzione CNA Toscana che però aggiunge un piccolo spiraglio di apertura e di speranza: “I rappresentanti del governo si sono impegnati a fare una valutazione per inserire le variazioni nella prossima legge di stabilità e per la prima volta un cauto ottimismo è stato espresso dai nostri rappresentanti presenti all’incontro. Comunque, finché non leggeremo nero su bianco quello che il governo si è impegnato a fare, manterremo alta la guardia, continuando nelle nostre azioni intraprese fino ad oggi”.
Una nota marginale. A fine riunione i rappresentanti di Enea, Bertini e Clementi, hanno sollevato il problema del prezzo al metro quadro dei serramenti che potrebbe venir inserito in un prossimo Decreto Edifici, una sorta di mina vagante tra i Ministeri che già abbiamo definito a suo tempo decreto ammazzadetrazioni. Hanno ricevuto una ferma risposta da parte del direttore di Finco Angelo Artale. Dimenticato da oltre un anno, il tema del “prezzo massimo al metro quadro” ritornerà presto come incubo sul mondo del serramento e prenderà il posto dell’articolo 10.
Che dire a Enea che ogni tanto ritorna in merito per impedire, a suo dire, abusi? In dodici anni di Ecobonus, Enea ha accumulato un fantastico database di prezzi al metro per ogni regione e provincia d’Italia e sa benissimo quanto costano mediamente i serramenti a risparmio energetico a Bolzano, Roma e Palermo. Se, poi, qualcuno si inventasse, e questo può succedere nel nostro paese, dei prezzi stratosferici per i serramenti da ecobonus, basterebbe inserire nel software di Enea che accoglie le domande di detrazione un paio di linee di coding che avvisano immediatamente dell’anomalia la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate. Non c’è bisogno di nuovi Decreti.
a cura di Ennio Braicovich