Report sul decennio di crisi attraversato dal settore delle costruzioni: analisi delle cause, degli effetti e delle possibili soluzioni.
Ieri, 28/02/2019, si è svolta la manifestazione “Verso il Festival del Lavoro”, che ha anticipato la decima edizione del Festival del Lavoro, fissata per il 20-22 Giugno 2019 a Milano. In quest’ambito è stato presentato un report, redatto dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, incentrato sulla crisi decennale (2008-2018) del settore dell’edilizia, intitolato appunto: “Edilizia, una crisi inarrestabile”.
Per ospitare questo evento l’organizzazione, affidata al Consiglio Nazionale dell’Ordine e della Fondazione Studi, ha scelto la città di Genova. Tale decisione ha un duplice significato: trasmettere la vicinanza agli abitanti dopo il drammatico crollo del ponte Morandi ed evidenziare l’importanza delle infrastrutture portando ad esempio una città che da tempo, ma in particolare in seguito alla tragedia dell’Agosto scorso, ne soffre profondamente la mancanza. Il report evidenzia due dati fondamentali: da una parte il crollo dell’occupazione nel settore (539.000 posti di lavoro persi nel settore nel decennio) e dall’altra il fatto che la crisi di questo comparto costituisca il motivo principale dell’assenza in Italia di una ripresa intensa come quella di altri paesi. Inoltre, viene evidenziato come al calo dell’occupazione regolare si è associato un aumento del lavoro nero, passato 11,4% del 2008 al 15,8% del 2016, rendendo questo settore il secondo, dopo quello agricolo, più caratterizzato dal fenomeno del lavoro sommerso. Lo studio inoltre certifica che in relazione a quest’ultimo aspetto, come per molti altri, il paese viaggia a diverse velocità: nel meridione circa un quarto degli impiegati in edilizia risulta essere in nero, nel centro un quinto e nel nord uno su dieci.
Il report ha identificato la causa di questa condizione particolarmente negativa nel crollo degli investimenti nel comparto delle costruzioni, che ha raggiunto il picco di 65 miliardi in un anno rispetto ai massimi pre crisi, e ha indicato la necessità di un ritorno agli investimenti per far ripartire contemporaneamente sia l’economia che l’occupazione.
Infatti, in 10 anni di recessione economica, l’Italia ha perso (e quindi non investito) più di 8 punti percentuali di PIL che se spesi avrebbero portato alla creazione di circa un milione di posti di lavoro. Questa riduzione è derivata per il 51,3% dai mancati investimenti legati alla realizzazione di opere pubbliche e di nuove costruzioni in genere. L’unica porzione del comparto edilizio che ha tenuto, e che anzi è cresciuta nel periodo preso in considerazione, è stata quella delle ristrutturazioni. Tale condizione, oltre che con un approccio sempre più green da parte della cittadinanza, si spiega con la presenza di interessanti bonus fiscali per quel tipo di interventi ed evidenzia ancora una volta l’importanza dello strumento dell’incentivazione. E’ bene sottolineare che tra le pratiche incentivabili nell’ambito delle ristrutturazioni rientra la sostituzione dei serramenti, che a fronte di invasività limitata e costi più contenuti rispetto ad altri tipi di intervento, garantisce un miglioramento delle prestazioni dello stabile in termini sia acustici che termici.
In conclusione il report ha descritto accuratamente la situazione attuale, ne chiarisce le cause e propone per essa delle soluzioni che si ritengono economicamente sostenibili e funzionali a livello occupazionale.
Di seguito si riporta il report oggetto dell’articolo, suddiviso in quattro parti:
Seguici su