Pubblicata in GU la nuova Direttiva EPBD IV che indica il raggiungimento della neutralità energetica in edilizia entro il 20250.
L’8 maggio scorso è approdata in Gazzetta Ufficiale Europea la Direttiva EPBD IV, in Italia conosciuta come Direttiva Europea Case Green, che mira al raggiungimento della neutralità energetica in edilizia entro il 2050.
La pubblicazione in GU rappresenta la conclusione di un iter decisamente travagliato che è durato più di due anni ed è stato caratterizzato da numerose e rilevanti riscritture (clicca qui, qui e qui).
La versione definitiva prevede che ogni Stato membro debba adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali. Già dal 2030 la riduzione delle emissioni dovrà raggiungere il 60%.
La nuova Direttiva 2024/1275, che entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta, è stata argomento di discussione in sede dell’Assemblea annuale ANFIT, tenutasi a Bergamo lo scorso giovedì 9 maggio (clicca qui). Sul tema è intervenuto l’Europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini, che, pur auspicando delle revisioni successive alle elezioni Europee del prossimo giugno, si è espresso in maniera prevalentemente positiva sul provvedimento.
Il testo stabilisce che le nuove costruzioni private dovranno essere a zero emissioni entro in 2030, mentre per il pubblico tale scadenza è fissata al 2028. Gli edifici residenziali dovranno ridurre il consumo energetico medio del 16% entro il 2030, e del 20/22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali il consumo dovrà essere ridotto del 16% entro il 2030, e del 26% entro il 2033.
In Italia gli edifici coinvolti sono tra i 5,5 e i 7,6mln. Questi ultimi appartengono alle classi F e G, e dovranno subire una vera e propria rivoluzione energetica.
I dati di Unimpresa parlano di una spesa media per ciascun immobile di 35mila euro. Come viene precisato dal Centro Studi, “varia da 20.000 euro a 55.000 euro, ragion per cui si può stimare, in via prudenziale, una spesa complessiva a carico dei privati pari a 266,7 miliardi di euro nei prossimi 20 anni circa”.
Le disposizioni della Direttiva coinvolgono tutti gli elementi edilizi e i sistemi tecnici che fanno parte dell’involucro dell’edificio, introducendo una nuova metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici, con la conseguente applicazione di requisiti minimi per gli stessi. Viene introdotta anche la revisione periodica degli impianti di riscaldamento, ventilazione e di condizionamento d’aria. Ultima, ma non meno importante, è la certificazione delle prestazioni relative alla qualità degli ambienti interni degli edifici.
Le adeguate verifiche verranno effettuate attraverso sistemi di controllo indipendenti, ovvero attestati di prestazione energetica, passaporti di ristrutturazione, gli indicatori della predisposizione degli edifici all’intelligenza e i rapporti di ispezione.
Sono esclusi dall’obbligo di efficientamento:
Ci sarà anche una graduale eliminazione di caldaie a combustibili fossili negli edifici, con l’obbiettivo fissato per il 2040. Saranno inoltre implementati nelle diverse tipologie di edifici idonei impianti di energia solare. Le strutture dovranno anche essere fornite per la mobilità sostenibile, comprensivi di punti di ricarica per auto elettriche, precablaggi o condutture che ospiteranno le future infrastrutture e parcheggi per biciclette.
Inoltre, si segnala che la Direttiva EPBD IV, come tutte le Direttive, non è auto applicativa, ma necessita di una Legge di recepimento da parte di ciascuno Stato membro. Questo aspetto è estremamente rilevante in quanto distingue la Direttive dai Regolamenti UE, che invece sono da applicarsi in maniera pedissequa, e demanda al singolo membro dell’Unione la definizione del percorso che porti al rispetto degli obbiettivi temporali e quantitativi fissati nel testo.
Proprio per tale ragione, la Direttiva EPBD IV è già stata inserita nell’elenco delle Direttive Europee da recepire nell’ordinamento legislativo italiano. Nello specifico essa è citata nella bozza dell’Allegato A del disegno di legge di delegazione europea 2024. Esso contiene la delega al governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’unione Europea e all’art.1 comma 1 stabilisce che:
“il Governo è delegato ad adottare, secondo i termini, le procedure, i princìpi e criteri direttivi di cui agli articoli 31 e 32 della legge 24 dicembre 2012, n°234, nonché quelli specifici stabiliti dalla presente legge, i decreti legislativi per l’attuazione e il recepimento degli atti dell’Unione europea di cui gli articoli da 3 a 16 della presente legge e all’annesso allegato A”
Il sopracitato allegato A contiene l’elenco delle 14 Direttive Europee da recepire, tra le quali è contenuta proprio la Direttiva (UE) 2024/1275 del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia, che abroga e sostituisce la previgente Direttiva 2010/31/UE a decorrere dal 30 maggio 2026.
Aggiornamento: a differenza di quanto indicato nelle righe precedenti, il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava, con delega all’Efficientamento Energetico, ha smentito che la EPBD IV rientri tra i testi che verranno recepiti nel 2024 tramite l’apposita Legge di delegazione europea 2024. Tutto ciò per due ordini di motivi: sfruttare a pieno i due anni previsti da legislazione continentale per i recepimenti e attendere di verificare la volontà di modificare il testo da parte dal nuovo assetto polito europeo post elezioni del 8-9 giugno prossimi.
Per concludere si evidenzia che, anche in attesa di scoprire se il testo della Direttiva EPBD IV sarà modificato post elezioni Europee e di conoscere i contenuti specifici della futura legge di recepimento italiana, risulta evidente fin da ora come i serramenti dovranno contribuire in maniera decisiva al perseguimento degli ambiziosi obbiettivi che la Direttiva ha indicato in relazione al risparmio energetico in edilizia.