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H’t: il coefficiente di scambio termico danneggia le facciate vetrate

Il coefficiente H’T rimarrà per gli involucri largamente vetrati (che quindi sono messi al bando). Lo ha confermato l’ing. Roberto Nidasio del CTI in un intervento al Convegno Nazionale di ANIT

Ad oggi, il punto di riferimento per i calcoli di efficienza energetica degli edifici è il decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015; spesso definito rivoluzionario ma con tanti problemi. Primo fra tutti l’introduzione del coefficiente H’t per quanto riguarda gli involucri ampiamente vetrati, che sembra essere unico al mondo. H’t è il coefficiente medio globale di scambio termico (in pratica indica la trasmittanza termica) dell’involucro e presenta valori così bassi che possono essere raggiunti solo mediante utilizzo di prodotti dal costo elevatissimo. Un vero e proprio incubo per i progettisti, per i committenti e per le industrie del vetro in edilizia e delle facciate vetrate. Un coefficiente che impoverisce il nostro panorama architettonico e lo depriva della cifra stilistica che segna l’architettura moderna in tutto il mondo.

Dalla revisione del Decreto Requisiti Minimi, e di tre grandi problemi che esso ha scatenato nel mondo della progettazione, ha parlato l’ing. Roberto Nidasio del Comitato Termico Italiano in un intervento al Conegno Nazionale di ANIT tenutosi il 29 novembre a Milano. Nidasio è il coordinatore del Gruppo Legge 10/90del CTI, ente federato dell’UNI, che assicura lo sviluppo della normativa tecnica in campo termo-tecnico.

Il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015 ha quasi subito mostrato numerose criticità. Appena pubblicato, infatti, il Ministero ha dovuto emettere una prima corposa serie di FAQ, stilate sostanzialmente dall’ENEA e dal Gruppo Legge 10/90 del CTI. Dopo circa un’anno, nell’agosto del 2016, arriva la seconda bordata di FAQ. Non bastando, è work in progress una terza serie, che staziona negli uffici del Ministero ma non è chiaro quando sarà pubblicata.

Da tempo si pensa ad una profonda revisione del suddetto decreto che, ipotizza l’ing. Nidasio, potrebbe arrivare entro maggio 2020 non appena sarà recepita la Direttiva 844 dello scorso maggio che revisiona l’EPBD, la 2010/31 ovvero la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici.

In linea di massima, i principali problemi del del Decreto Requisiti Minimi sono:

  • il coefficiente H’t, coefficiente di trasmittanza termica dell’involucro opaco e trasparente, che di fatto elimina dalla scena architettonica italiana gli edifici dall’involucro ampiamente vetrato;
  • la trattazione dei ponti termici che pone problemi difficili da risolvere nel caso di ristrutturazioni;
  • FER – Fonti Energie Rinnovabili ex Decreto 28 che impone una quota di energie rinnovabili come il fotovoltaico, che non sempre è possibile adottare nel caso degli edifici non residenziali con alti carichi di raffrescamento.

Dopo qualche anno di studi, il CTI ha offerto al Ministero le proprie proposte in merito. Per il coefficiente H’t il Gruppo Legge 10/90 ha proposto tre soluzioni per.

  • edifici nuovi, dove si propone di mantenere la verifica, lasciando quindi le cose invariate con la conseguenza che gli involucri ampiamente vetrati verranno mesi al bando;
  • ristrutturazioni di primo livello, dove si propone un H’t variabile in funzione della percentuale di superficie vetrata e zona climatica;
  • ristrutturazione di secondo livello, dove si propone di eliminare la verifica in quanto già vengono verificate le singole trasmittanze.

Vero è, come afferma Nidasio, che il coefficiente in questione limita la libertàdel progettista, tuttavia al MISE avrebbero ribattuto che si tratta di un decreto sull’efficienza energetica e che se una tecnologia pone dei problemi dal punto di vista di quest’ultima è naturale che essa venga limitata.

Il ragionamento ministeriale non farebbe una grinza se solo gli edifici largamente vetrati non fossero così limitatamente diffusi soprattutto rispetto all’universo di edifici, residenziali e non, che si trovano in classi energetiche pessime. Talmente pessime che dal 15 ottobre al 15 aprile, in tutta la Val Padana circola aria irrespirabile (motivo per cui è arrivata la multa da parte dell’Unione europea) dovuta non tanto alle auto che circolano tutto l’anno ma alle emissioni degli impianti di riscaldamento di case energivore ed inquinanti. Il legislatore avrebbe fatto meglio a concentrarsi su questo immenso patrimonio immobiliare dove il tasso annuo di efficientamento è assai basso e dove il bonus condomini non riesce a scalfire  l’immobilismo degli italiani. In ogni caso gli edifici ampiamente vetrati e simili oggi sono progettati in maniera da presentare consumi al metro quadro/anno molto bassi e comunque molto più bassi dei consumi medi del nostro fatiscente patrimonio edilizio.

L’H’t, inoltre, ha già suscitato interrogazioni in Parlamento e numerose proteste da parte di progettisti e della Associazioni del settore. Non vi è altro paese al mondo dove vi sia un simil coefficiente. Sara l’Italia la prima a bandire le facciate vetrate?. Si spera vivamente di no.

 

 

Da Guida Finestra

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