Descrizione riassuntiva dei temi legati al mondo dell’edilizia, e in particolare dei serramenti, che il nuovo Governo dovrà affrontare
L’ultimo articolo pubblicato sul sito di ANFIT, nei primi giorni di Agosto, faceva il punto sul percorso tecnico-politico che ha portato all’approvazione della Legge n°58 del 2019, contenente il famoso Articolo 10 relativo allo sconto diretto in fattura delle detrazioni fiscali in edilizia e si concludeva con l’auspicio di una modifica in sede di Legge di Bilancio 2020.
Da allora sono passate circa tre settimane, ma potrebbero sembrare tre anni.
Le vicissitudini politiche hanno portato alla seguente escalation:
– dissidi nella maggioranza Parlamentare;
– decisione di uno dei due partiti di maggioranza di sfiduciare il Presidente del Consiglio;
-dimissioni di quest’ultimo;
– reincarico del Presidente del Consiglio per un nuovo Governo sostenuto però da una diversa maggioranza.
Tutto ciò ha distolto l’attenzione generale dall’Articolo 10 e ha reso la battaglia per abrogarlo, o quanto meno modificarlo fortemente, ancora più ingarbugliata, a causa del cambiamento di ruolo dei vari referenti politici.
A questo punto la domanda che viene da porsi è una sola: come la mettiamo?
La risposta però non è per nulla semplice.
Ipotizzando tempi rapidi per l’entrata in carica del nuovo Governo (si parla di metà della prossima settimana), le scadenze che l’Esecutivo avrà da affrontare saranno tanto numerose, quanto di rilievo.
Tutto ruota attorno alla manovra di Bilancio 2020: attraverso essa dovranno essere sciolti i nodi legati all’aumento dell’IVA, all’eventuale taglio del cuneo fiscale, alla correzione del Decreto Crescita e alla proroga delle detrazioni legate al mondo dell’edilizia.
Il primo aspetto ha una valenza generale ed interessa tutti: dai dipendenti, ai professionisti, dagli imprenditori ai pensionati. L’aumento dell’imposta sul valore aggiunto porterebbe lo scaglione minimo dal 10% al 13% e quello ordinario dal 22% al 25,2%.
Facendo riferimento al settore dei serramenti e dell’edilizia in generale, la modifica dell’aliquota minima colpirebbe il mattone e l’energia, mentre l’innalzamento dell’aliquota ordinaria riguarderebbe arredo ed elettrodomestici. Ovviamente una situazione di questo genere costituirebbe un ulteriore duro colpo al settore che più è stato colpito dalla crisi e che più ha stentato a riprendersi alla conclusione di essa.
Il secondo, invece, avrebbe un impatto sicuramente positivo in termini di potere di spesa e di occupazione, ma rientra nel novero delle promesse che ciclicamente vengono riproposte e raramente messe in pratica. È quindi comprensibile una certa diffidenza in merito.
Il terzo punto è quello che avrebbe l’impatto finanziario più contenuto, ma un effetto comunque di rilievo. Lo stralcio dell’Articolo 10, o quanto meno una sua ristesura completa, non andrebbe a gravare sulle casse dello Stato, ma verrebbe in contro alle esigenze di artigiani e PMI dei settori che producono prodotti incentivati. Questo aspetto, quindi, è più legato alla volontà politica che alla disponibilità finanziaria, e l’auspicio è che il nuovo governo si mostri più attento alle esigenze del comparto di quello precedente.
Il quarto punto è ancor più importante per il settore dell’edilizia: come ogni anno il Governo si troverà a dover rinnovare (o rimodulare/eliminare) gli incentivi legati alle ristrutturazioni, all’efficientamento energetico, all’acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici e alla messa in sicurezza sismica degli edifici. In questo caso il problema è innanzitutto di metodo. Infatti, il fatto che questi bonus, che ormai sono presenti da anni, non siano mai stati resi strutturali causa una continua incertezza, che in relazione a questo nuova Legge di Bilancio è acuita dall’instabilità politica e dalla scarsa disponibilità di risorse.
In relazione a quest’ultimo aspetto l’auspicio è che il tema sia trattato con razionalità e competenza, tenendo conto dell’enorme volano economico che in questi anni gli incentivi hanno generato e dell’importanza della transizione green e della messa in sicurezza sismica del Paese.
Fatto il punto su cosa il nuovo Governo dovrà affrontare, non resta che attendere gli sviluppi in relazione ai vari temi presentati, ma non in modo passivo. Le Associazioni di categoria, tra cui ovviamente ANFIT, faranno sentire la propria voce in modo da tutelare i comparti e i consumatori, indicando le migliori soluzioni possibili in relazione al contesto dato.
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