DPCM 11 Aprile 2020: le ricadute sul mondo dei serramenti

Si susseguono i provvedimenti sul tema COVID-19, che affrontano aspetti sanitari, economici e restrittivi.

L’ultimo documento di questa serie è il DPCM 11 Aprile 2020, che ha stabilito ulteriori disposizioni relative all’applicazione del DL del 25 Marzo scorso (vedi news). Esso si intitola “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 aprile 2020 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale” e riconferma il lockdown del Paese fino al 3 Maggio 2020, introducendo però alcune limitate aperture. Tra queste vi sono librerie, cartolerie, negozi di prodotti per bambini e anche importanti riferimenti al settore dei serramenti.

Il DPCM, infatti, stabilisce un nuovo elenco di attività produttive industriali e commerciali che possono riprendere l’operatività. Questa indicazione, sotto forma di elenco di codici Ateco, è contenuta nell’allegato 3 (clicca qui per scaricarlo) ed è subordinata al rispetto delle limitazioni atte a garantire la tutela della salute degli operatori.

Per quanto riguarda gli infissi, due sono i codici di maggior importanza:

16.23.10 Fabbricazione di porte e finestre in legno (escluse porte blindate)

22.23.02 Fabbricazione di porte, finestre, intelaiature eccetera in plastica per l’edilizia

In altre parole il DPCM stabilisce il via libera alla produzione di serramenti in legno e PVC (escludendo inspiegabilmente gli infissi metallici), ma continua ad impedire le attività di commercio e posa di tutti i tipi di finestre.

Questo provvedimento, quindi, consente la produzione, ma non l’accesso al mercato, mantenendo di fatto bloccata la filiera. Unica eccezione riguarda le aziende che producono per poi rivendere all’estero: per loro questa condizione costituisce un’importante punto di ripartenza.

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