Il disegno di Legge di stabilità all’esame del Parlamento in queste settimane prevede la proroga al 31 dicembre 2016 delle detrazioni Irpef per interventi di riqualificazione energetica e per le ristrutturazioni degli edifici, a cui si aggiunge l’incentivo fiscale per l’acquisto di mobili.
L’intervento di politica fiscale – evidenzia l’Ufficio studi di Confartigianato – interessa direttamente l’attività di 594.828 micro e piccole imprese fino a 20 addetti dell’edilizia, installazione di impianti e fabbricazione dei mobili, che danno lavoro complessivamente a 1.343.467 addetti; a questi si aggiunge l’indotto manifatturiero i cui operano altre 85.526 imprese e 320.959 addetti (19,3% dell’intera filiera).
La filiera dei settori delle Costruzioni e dell’indotto manifatturiero complessivamente conta 680.354 imprese e 1.664.426 addetti: ogni 4 addetti dei settori direttamente interessati dagli incentivi si conta 1 addetto dell’indotto manifatturiero.
IL 28,8% CONSUMI DI ENERGIA NEL SETTORE RESIDENZIALE. In Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali – l’84,3% degli edifici totali – con 31.208.161 abitazioni. Gli edifici comprendono case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1981 ed hanno quindi 35 anni ed oltre di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%.
In parallelo gli edifici residenziali hanno assunto un ruolo chiave nel risparmio energetico: in Italia il comparto Residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia, seguito dai Trasporti su strada (27,7%), dall’Industria (22,7%), dai Servizi (13,4%), dagli Altri trasporti (ferrovia, aereo e nave con il 4,9%) e Agricoltura e altro (2,5%). La quota del Residenziale in Italia è di 2 punti maggiore della media Ue a 28 e nel decennio 2003-2013 è salita di 6,4 punti.
OLTRE DUE MILIONI GLI EDIFICI RESIDENZIALI IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE. In Italia sono 2.051.808 gli edifici residenziali in mediocre e pessimo stato di conservazione e rappresentano il 16,8% del totale. Lo stato di conservazione è inversamente correlato con l’età degli edifici per cui un quinto (21,1%) degli edifici costruiti prima del 1981 sono in scadente stato di conservazione – mediocre o pessimo -, mentre la quota si riduce al 4,7% per gli edifici costruiti tra 1981 e 2011.
Focalizzando l’attenzione sugli edifici più vecchi si osservano a livello regionale quote differenti dello stato di conservazione degli edifici residenziali e le regioni del Mezzogiorno sono quelle con le condizioni peggiori: in Sicilia e in Calabria è in questa condizione un terzo (rispettivamente il 32,7% ed il 32,6%) degli edifici, seguono Basilicata, Campania e Molise con quote superiori ad un quarto (rispettivamente con il 28,3%, il 27,7% ed il 25,3%), seguite dalla Sardegna con il 23,7% e dalla Puglia con il 21,2%, dalla Valle d’Aosta con il 20,8%, valore in linea con il 20,7% dell’Abruzzo, la regione della ripartizione che mostra il dato migliore. All’opposto troviamo la Toscana con il 13,5% di edifici in insufficiente stato di conservazione, preceduta dall’Umbria con il 13,7%.
(Fonte: Casa&Clima)