Il DL Crescita introduce una nuova modalità di ottenimento dell’Ecobonus: le reazioni dei consumatori e degli attori della filiera.
Sono passati 7 giorni dall’approvazione da parte del consiglio dei Ministri del DL Crescita (in relazione al quale Finco aveva scritto direttamente al Ministro Tria), contenente diverse misure che nei piani del Governo dovrebbero contribuire al rilancio del Paese. Il provvedimento è stato varato con la formula salvo intese, che lascia aperta la possibilità di ulteriori modifiche, ma nel frattempo sono state numerose le reazioni al testo.
Di seguito si riportano gli aspetti più interessanti di questo testo in relazione al settore dei serramenti e dell’efficienza energetica e le reazioni che durante questa settimana hanno accolto l’uscita del decreto.
Il DL Crescita tratta il tema nell’articolo 9, intitolato “Modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico”. Attraverso esso il Governo mira a superare alcune difficoltà che si sono evidenziate nel corso degli anni in relazione all’ottenimento dei bonus fiscali da parte del consumatore finale.
Il testo prevede una via alternativa a quella attualmente in vigore per entrare in possesso dell’Ecobonus (conferimento delle detrazioni dovute in dieci rate annuali) che consiste nella possibilità di scontare direttamente in fattura la detrazione fiscale legata ad esso.
In pratica chi fa interventi di efficienza energetica, con questa nuova soluzione, riceverà direttamente uno sconto in fattura dal fornitore pari all’ammontare dell’Ecobonus, invece di ottenerlo diluito in 10 rate annuali dallo Stato.
Se ciò venisse confermato, è logico pensare che il consumatore finale, ovvero la famosa Sig.ra Maria, nella grandissima maggioranza dei casi preferirà utilizzare questa soluzione, che garantisce beneficio immediato, piuttosto che quella classica i cui benefici sono spalmati su due lustri.
D’altra parte, con questa nuova formula, il fornitore che ha effettuato gli interventi viene rimborsato sotto forma di credito di imposta da utilizzare in compensazione in cinque quote annuali di pari importo, accollandosi sostanzialmente gli oneri finanziari della procedura.
Questo testo ha sollevato da subito discussioni e giudizi contrastanti: se da una parte la proposta sembra essere apprezzata dai consumatori finali (in particolar modo da quelli meno giovani per cui un orizzonte temporale di 10 anni sembra essere troppo lungo) per la sua praticità, dall’altra i fornitori più piccoli sono sul piede di guerra. Essi, infatti, si ritroverebbero con un costo immediato ed un ritorno dilazionato su 5 anni, e data la struttura finanziaria delle piccole imprese del settore ciò potrebbe essere causa di gravi difficoltà.
I piccoli e medi fornitori hanno inoltre evidenziato che questa misura, oltre a penalizzare loro, costituisce una forma di concorrenza sleale da parte delle multiutilities e degli ex monopolisti dell’energia, che sono gli unici a vantare rilevanti crediti di imposta da compensare nei confronti dello Stato.
A questo punto resta da capire se queste critiche verranno in qualche modo recepite dal Legislatore, in attesa che la legge venga approvata dal Parlamento entro 90 giorni.
Per concludere, si rende disponibile il testo del Decreto per maggiori dettagli, cliccando qui.
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