Con le novità in Legge di Bilancio torna di attualità la distinzione giuridica tra i diversi interventi edilizi e in particolare il caso di edilizia libera.
Dedichiamo il primo articolo del 2022 a un tema già affrontato in passato (clicca qui), ma che a seguito della Legge di Bilancio recentemente emanata ha ripreso centralità. Trattasi della classificazione in categorie dei diversi interventi in ambito edilizio, trattata nel Decreto Ministeriale del 2 Marzo 2018, conosciuto come “Glossario per l’edilizia”.
Il testo compirà 4 anni tra pochi mesi, ma non ha mai riscosso particolare interesse da parte del settore ed è stato poco considerato anche in diversi ambiti pubblici. I suoi contenuti sono però chiari e univoci. Infatti, nell’allegato al Decreto è presente una tabella (clicca qui per consultarla) che associa ai diversi tipi di intervento la categoria di intervento e il regime giuridico pertinenti.
Le possibili alternative relative al primo aspetto sono definite dal DPR 380/01 e s.m.i. e consistono in:
Per quanto riguarda il regime giuridico, invece, il Glossario per l’edilizia classifica le tipologie di titoli edilizi attraverso le seguenti alternative:
Sostituzione/riparazione/rinnovamento dei serramenti sono trattati nella seconda pagina dell’allegato al Glossario e rientrano, in relazione al secondo criterio, nell’ambito dell’edilizia libera.
La rinnovata importanza di questo tema sta nel fatto che il comma 29 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio esclude gli interventi classificati in edilizia libera (e gli interventi di importo inferiore ai 10.000 €) dall’obbligo di visto di conformità e di asseverazione tecnica, ovvero dai paletti introdotti dall’ex DL antifrode, poi trasfuso all’interno della Legge di Bilancio.
Risulta quindi particolarmente importante determinare la categoria giuridica di appartenenza per i vari interventi, in modo da capire se tali passaggi burocratici risultino necessari o meno.
Detto questo, vanno fatte due precisazioni conclusive:
Le limitazioni all’ex DL Anti-frodi sposano in larga parte le richieste di ANFIT e di Finco (clicca qui), ponendo rimedio a un pasticcio che aveva congelato la gestione dei lavori durante l’ultimo mese dello scorso anno.