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Crediti da bonus edilizi 2024: secondo Eurostat sono non pagabili

Eurostat si è espressa sulla contabilizzazione dei crediti fiscali da bonus edilizi 2024 chiarendo che essi debbono essere contabilizzati come non pagabili.

Torniamo a parlare di Eurostat, di ISTAT e di crediti da bonus edilizi pagabili o non pagabili.

Questa vicenda, a cui in passato abbiamo dedicato numerosi approfondimenti (clicca qui, qui e qui) torna di attualità a seguito di un nuovo parere inviato da Eurostat a ISTAT in materia di contabilizzazione dei crediti fiscali derivanti da bonus edilizi.

L’ultimo pronunciamento dovrebbe rappresentare la parola fine alla vicenda, ma prima di arrivare al presente, facciamo alcuni passi indietro per inquadrare il tema al meglio.

Nell’estate 2020 il Decreto Rilancio ha sdoganato il Superbonus e le opzioni alternative di fruizione tramite sconto in fattura e cessione del credito relative a diversi bonus edilizi. Fino a quel momento la disciplina contabile in merito alla categorizzazione dei bonus edilizi era sempre stata chiara, in quanto essi erano considerati “non pagabili”. Tale definizione indica che l’impatto dei crediti rientranti in questa categoria non è di natura immediata (non si concretizza con l’avvio dei lavori), ma si “spalma” in egual misura sulle singole annualità che compongono l’orizzonte temporale dell’incentivo.

La possibilità di accedere “liberamente” alle modalità alternative di fruizione ha però messo in crisi questo assunto, portando ISTAT a chiedere indicazioni in merito a Eurostat. Nel Giugno 2021 Eurostat si è espressa a riguardo, confermando la linea adottata fino a quel momento, ossia approvando la classificazione dei crediti da bonus edilizi come “non pagabili”, ma riservandosi ulteriori margini di riflessione in merito.

Tale indicazione è stata poi ribaltata, anche alla luce delle continue modifiche legislative, dal report sul PIL 2022 pubblicato da ISTAT nel Marzo 2023. In quel documento l’Istituto di Statistica ha cambiato rotta stabilendo che i crediti maturati in corrispondenza delle precedenti annualità dovessero essere considerati “pagabili”, ossia con impatto integrale sull’annualità di sostenimento della spesa.  

Questa impostazione è stata, poi, riconfermata da parte di Eurostat nel Settembre 2023. Ciò ha comportato il caricamento dei costi legati ai crediti fiscali da bonus edilizi sulle annualità 2020-2021-2022 e 2023, con conseguente esplosione del rapporto deficit/PIL per ciascuna di esse.

Nel contempo la legislazione ha subito ulteriori evoluzioni, fino ad arrivare al de profundis sugli strumenti di fruizione alternativi alla detrazione tramite la Legge 67/2024 di conversione del DL 39/2024.

Si arriva quindi all’attualità: il 1° Luglio Eurostat si è nuovamente espressa sulla spinosa questione, stabilendo che i crediti fiscali da bonus edilizi maturati nel 2024 debbano tornare a essere contabilizzati come “non pagabili”. Il tutto, confermando quanto già previsto per le annualità precedenti.

Il quadro che si è quindi delineato è il seguente: il deficit da crediti maturati negli anni 2020-2021-2022-2023 è stato interamente contabilizzato in relazione a tali anni, mentre quello relativo ai crediti maturati a partire dal 2024 tornerà a essere sulle annualità che caratterizzano l’orizzonte temporale della detrazione corrispondente all’incentivo. Tutto ciò con una postilla dedicata alle limitatissime casistiche di deroga al blocco di cessione del credito: per i crediti generati in tale ambito, anche nel 2024, si continuerà a fare riferimento alla classificazione come pagabili.

Tale risultato è esplicativo dell’operato “anti opzioni alternative alla detrazione diretta” portato avanti dal Governo in carica. Infatti, anche alla luce del ritorno sulla scena del patto di stabilità (sospeso dal 2020), lo schema che si è delineato consente di non far gravare in maniera particolarmente incisiva il peso dei crediti da bonus edilizi sul deficit dei prossimi 3 anni, lasciando spazio di manovra economica all’Esecutivo.

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