Intenzioni d’acquisto per 8 italiani su 10 non è un buon momento per gli acquisti, 7 su 10 li rimandano
In attesa di approfondire le novità legislative che in questi giorni approderanno in Gazzetta Ufficiale, diamo uno sguardo alle intenzioni di spesa dei cittadini italiani misurate in relazione al mese di Aprile dall’osservatorio Findomestic, di modo da inquadrare lo stato d’animo dei consumatori.
Secondo le rilevazioni, oltre la metà dei consumatori italiani (78%) ritiene che non sia un buon momento per fare acquisti, con tale posizione che viene prevalentemente motivata dagli effetti dell’inflazione, che, non a caso. rappresenta la maggiore preoccupazione per quasi 6 italiani su 10.
Questa incertezza è determinata anche dalle difficoltà economiche delle famiglie, che faticano sempre più a far quadrare il proprio bilancio. Tale condizione riguarda il 38% dei nuclei familiari, con tale dato che risulta stabile rispetto al mese precedente, ma in lieve miglioramento rispetto a gennaio e dicembre, probabilmente proprio in ragione della diminuzione della pressione inflattiva.
Un dato negativo è rappresentato dalla propensione all’acquisto per i prossimi tre mesi: essa ha perso negli ultimi 30 giorni il 7,8%, stabilendo il livello più basso da Aprile 2023.
D’altra parte, un 23% del campione dichiara di avere progetti e di realizzarli serenamente, a patto che l’acquisto garantisca vantaggi concreti, soprattutto in termini di risparmio a medio-lungo termine (34%) oppure, più semplicemente, che rappresenti un miglioramento, una semplificazione della propria vita (28%).
Il report è stato realizzato in collaborazione con con Eumetra e Research Dogma e ha raccolto le indicazioni degli intervistati in merito a quali sarebbero stati gli acquisti certi dei tre mesi successivi rispetto a un dato elenco di beni/servizi.
Ecco cosa è emerso:
I dati mostrano chiaramente come infissi, pompe di calore e prodotti riguardanti l’isolamento termico siano particolarmente penalizzati. Essi, infatti, sono rispettivamente caratterizzati da un calo del 24,2%, del 21,3% e del 28,4%. Gli unici beni del comparto efficientamento energetico in edilizia che risultano in controtendenza sono le caldaie a condensazione e biomassa, che registrano un incremento delle intenzioni d’acquisto del +11,1%.
Per quanto riguarda infissi e serramenti ci si interroga sul fatto che il crollo in questione sia legato alla politica governativa di aspro contrasto all’incentivazione in edilizia e alle modalità di fruizione dei bonus fiscali tramite sconto in fattura e cessione del credito.
La risposta non può essere perentoria, ma il cambio di rotta rispetto agli ultimi 3 anni pare essere decisamente evidente.