La protesta delle associazioni del mondo dell’edilizia contro l’aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti relativi agli interventi agevolati è unanime: contro il provvedimento in questi giorni hanno preso posizione ANFIT, CNA, Confartigianato, UNICMI, Acmi e Assites
Come abbiamo visto, tra le novità della nuova bozza della Legge di Bilancio 2024 è comparsa una modifica alla percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti dei pagamenti relativi agli interventi agevolati con Bonus Edilizi, quelli che obbligatoriamente sono da effettuare con bonifico parlante.
La ritenuta sul pagamento – ovvero l’importo trattenuto da banche e Poste Italiane, a vantaggio dello Stato – dovrebbe infatti passare dall’attuale 8% all’11%, a partire dal 1° aprile 2024.
Da subito però l’inserimento di questa modifica ha attratto polemiche. ANFIT, Associazione Nazionale per la tutela della Finestra Made in Italy, ad esempio, ritiene questo aumento inammissibile, perché va a togliere ulteriore liquidità alle imprese. Dello stesso avviso anche CNA, Confartigianato, UNICMI, Acmi e Assites.
Come sottolinea il presidente di ANFIT Marco Rossi, “Da anni l’associazione ANFIT chiede che venga eliminata la ritenuta d’acconto dell’8% che oggi viene effettuata sui bonifici per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico. E questo riguarda anche la sostituzione dei serramenti, con il risultato di sottrarre liquidità alle nostre aziende. Ora il Governo vorrebbe addirittura aumentare di 3 punti percentuali questa ritenuta. Lo riteniamo inaccettabile“.
“Ci si trova di fronte a un accanimento, neanche più giustificato dall’esigenza di evitare l’evasione perché, da quattro anni a questa parte, c’è la fatturazione elettronica. Si tratta, in sostanza, di un drenaggio di liquidità da parte dell’Erario. Grazie a tale prelievo forzoso le imprese dovranno anticipare di fatto l’intero loro margine di guadagno o anche più”. E conclude: “Inoltre la disposizione contribuirà a favorire ulteriormente alcune aziende straniere non aventi un’organizzazione stabile e una soggettività giuridica in Italia che fruiscono delle agevolazioni e che non sottostanno alla ritenuta in questione”.
ANFIT comunica quindi che si impegnerà a “intervenire su tutti i tavoli di trattativa con l’Esecutivo perché questa situazione insostenibile venga sanata”. Oltre a ANFIT contro il provvedimento hanno preso posizione anche CNA, Confartigianato, UNICMI, Acmi e Assites.
“Auspicavamo – rilevano Confartigianato e CNA – che finalmente in questa Legge di Bilancio la ritenuta dell’8% sui bonifici venisse almeno ridotta, se non addirittura eliminata, come sollecitiamo ormai da anni.” Nel ribadire la contrarietà all’aumento di 3 punti percentuali, le due Confederazioni hanno già annunciato iniziative per chiedere l’intervento del Parlamento.
UNICMI, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro Edilizio e dei Serramenti, ha scritto al Viceministro dell’Economia e Finanze Maurizio Leo evidenziando la propria preoccupazione su questo provvedimento, e richiedendone l’applicazione a tutte le imprese indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca italiana di appoggio. “In alternativa, ovvero in caso di impossibilità giuridica di applicazione della ritenuta di acconto a tutti, Unicmi ha richiesto l’esclusione dell’accesso alle detrazioni a quei prodotti commercializzati da soggetti che eludono i doveri fiscali a carico delle imprese italiane”.
Sulla stessa linea d’onda anche ACMI, Assocostruttori Chiusure e Meccanismi Italia, secondo cui la ritenuta d’acconto “non solo non va aumentata ma andrebbe abolita o, per un’equa concorrenza, si dovrebbero escludere dall’accesso alle detrazioni gli operatori che possono eludere gli oneri legislativi a carico delle imprese che sono tenute a pagarla”.