Con un comunicato congiunto, le associazioni delle imprese specialistiche e superspecialistiche chiedono al Parlamento e al Governo di modificare l’art. 28 del decreto. Dello stesso avviso anche la filiera termoidraulica
Pubblicato ieri 27 gennaio in Gazzetta Ufficiale, il decreto Sostegni ter continua a far discutere. Soprattutto per l’articolo 28 che, confermando i contenuti della bozza precedentemente nota, prevede lo stop alla cessione multipla dei crediti relativi agli interventi agevolati con il Superbonus e gli altri bonus edilizi per cui sono praticabili le opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito, a partire dal 7 febbraio 2022.
Protestano le associazioni del settore costruzioni specialistiche e superspecialistiche, come Finco, convinte che le nuove regole generino una situazione di forte difficoltà per le imprese. Attraverso un comunicato congiunto, chiedono a Governo e Parlamento di modificare rapidamente il contenuto dell’art. 28 del D.L. che, impedendo la cessione multipla del credito, rischia di vanificare i benefici economici garantiti finora dai bonus edilizi. In particolare si legge nella nota:
L’attuale stesura di tale articolo, con l’impossibilità di cessione del credito più di una volta, blocca nei fatti (anche in maniera retroattiva) numerosissimi cantieri impegnati nella riqualificazione energetica degli edifici e nella messa in sicurezza antisismica del nostro Paese. Il comparto italiano delle costruzioni chiede conseguentemente la massima sollecitudine per la modifica del citato articolo 28 perché le Imprese italiane non possono sopportare 60 giorni di blocco delle attività, perché i cittadini non devono essere lasciati nella più assoluta incertezza in merito al recupero dei loro crediti fiscali dallo Stato e perché si evitino gravissime ripercussioni occupazionali.
Si uniscono alla protesta anche le associazioni della filiera termoidraulica: AiCARR, ANGAISA, Assistal, Assoclima, Assotermica, CNA Installazione Impianti e Confartigianato Impianti hanno affidato a un comunicato stampa congiunto la propria preoccupazione, definendo l’art. 28 del D.L. Sostegni ter come “l’ultimo e più lampante esempio di come si cerchi di affrontare un problema, quello delle frodi legate al meccanismo della cessione dei crediti, penalizzando però la stragrande maggioranza delle imprese che lavorano seriamente e cercano di pianificare le loro attività su basi certe”.
Chiediamo con forza che quanto previsto dall’art. 28 possa essere ritirato al più presto. Sappiamo che potranno esservi modifiche nel corso dell’esame in Parlamento per la conversione in legge, ma abbiamo bisogno di certezze fin da subito perché l’impatto negativo lungo tutta la filiera è reale e si sta già facendo sentire.
Secondo i rappresentanti del mondo ITS, l’incertezza generata dal nuovo cambio di regole blocca un mercato “che ha invece bisogno di chiarezza e semplificazioni”. Prima ancora della pubblicazione ufficiale del decreto, infatti, molte imprese si sono viste rinegoziare le condizioni finanziarie inizialmente pattuite per la cessione del credito, con notevoli perdite.
Insomma, il D.L. Sostegni ter rappresenta una pessima notizia per il settore edilizio, che sperava, con la Legge di Bilancio, di aver scongiurato i pericoli rappresentati dal D.L. 157/2021, il cosiddetto decreto “anti-frode”, che analogamente poneva seri limiti alle possibilità di sconto in fattura e cessione del credito. Non resta che sperare nelle modifiche al testo che potranno essere introdotte durante la discussione parlamentare — ma nel frattempo il clima di incertezza impatterà sicuramente sui nuovi cantieri e sul reale potenziale dei bonus edilizi.