Ciao a tutti!
Il mese scorso, come primo contenuto di ANFITblog, abbiamo trattato un argomento molto apprezzato dai consumatori: il rinnovo dei vari incentivi per che, per il 2019, costituiscono il bonus infissi. Per questo mese, invece, abbiamo scelto di affrontare un tema un po’ fastidioso, ma che tocca la vita quotidiana di tutti: la manutenzione degli infissi.
Il tempo (e la voglia) per dedicarsi a questa procedura è spesso molto poco, ma seguendo i nostri consigli potrete limitarlo al massimo e mantenere i vostri serramenti in buona salute. Ottenere questo risultato non è cosa da poco in quanto il valore del vostro edificio è molto legato alla sua estetica esterna e lo stato di manutenzione di un serramento fa la differenza tra un edificio che ha un aspetto soddisfacente ed un altro che non si presenta altrettanto bene.
Le fasi, i metodi e i tempi per la manutenzione di un infisso variano con il tipo di materiale di cui è costituito (PVC, alluminio, legno, legno/alluminio), ma in tutti i casi questo procedimento è sempre necessario e consente di allungare (anche notevolmente in certe situazioni) la vita del serramento.
Abbiamo quindi pensato di scrivere una guida breve e pratica sull’argomento, che possa consentire al consumatore finale di orientarsi tra le numerose, e spesso discordanti, indicazioni reperibili in rete e non solo.
Tratteremo con un articolo specifico le procedure relative ai diversi materiali di cui sono costituiti gli infissi, in modo che ciascuno di voi possa fare direttamente riferimento al caso che lo riguarda.
Abbiamo scelto di iniziare questa serie di utili approfondimenti con le finestre in PVC, descrivendone le modalità di pulizia e di manutenzione vera e propria.
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Infissi in PVC: pulizia e manutenzione
Uno dei punti di forza degli infissi in PVC è la bassa richiesta di manutenzione (caratteristica condivisa con gli infissi in alluminio) dovuta alla naturale resistenza agli agenti atmosferici e all’usura che caratterizza il materiale plastico. Fatta questa dovuta premessa, di seguito riportiamo e analizziamo le procedure comunque necessarie in quest’ambito, presentandone modalità e caratteristiche:
La pulizia ordinaria
È la pratica di manutenzione più comune, ma è importante che sia svolta con metodi e prodotti adatti. Si parte dallo spolvero, che va effettuato attraverso l’impiego di pezze di cotone (anche di recupero da eventuali indumenti dismessi), e successivamente si passa alla detersione. A tal scopo si utilizza detergente liquido sulla superficie liscia del telaio, in modo da eliminare macchie dovute a polvere e precipitazioni. In alternativa si può fare ricorso a una miscela pulente composta da una parte di aceto e da quattro parti di acqua tiepida, oppure composta da acqua tiepida e da una parte ridotta di detergente domestico (per il lavaggio delle stoviglie). Anche l’impiego di uno sgrassatore leggero può essere adatto allo scopo e in questo caso il liquido va versato all’interno di uno spruzzino per poi nebulizzarlo sugli elementi di telaio in PVC, lasciando agire per qualche istante e pulendo con una pezza di cotone pulita e leggermente inumidita.
Nel caso di sporco persistente e di opacizzazione del PVC si può poi ricorrere ai comuni sgrassatori (che agiscono per almeno dieci minuti e, poi, sono lavati con acqua tiepida) oppure all’acqua ragia (utile per rimuovere le macchie o i residui di colla e di vernice). Per lo sporco più ostico, quando non si riesce a sgrassare la superficie, si può sfruttare la pulizia a vapore (tenendo sempre lo strumento ad almeno 40 cm di distanza dalla finestra).
In ogni caso non vanno utilizzate sostanze abrasive o agenti chimici, prodotti aggressivi o contenenti solventi, detergenti corrosivi e prodotti rigidi come spatole, spazzole metalliche o spugne ruvide.
Il risciacquo deve poi avvenire con acqua pulita e l’asciugatura con un panno morbido assorbente e non lanuginoso.
Le procedure di pulizia delle prese d’aria (con cadenza annuale) richiamano l’esecuzione dello spolvero e l’osservazione che non ci siano materiali o elementi ostruttivi, mentre il calafataggio volontario delle griglie di ventilazione è da evitare poiché impedisce il ricambio dell’aria che garantisce la salubrità degli spazi interni (per l’insorgere dei fenomeni di condensa e per la presenza di odori).
Le procedure di pulizia del sistema di drenaggio dell’acqua, all’interno delle sezioni di telaio in PVC, considerano l’obiettivo di mantenere funzionante il dispositivo principale di evacuazione dell’acqua dal serramento, impedendo l’insorgere delle eventuali tracimazioni del gocciolatoio dovute all’occlusione dei fori o delle asole di scarico delle acque meteoriche. L’operatività rileva la necessità del controllo periodico dei gocciolatoi, preposti al compito di eseguire il funzionamento di drenaggio delle acque meteoriche (in relazione al sistema di fuoriuscita), osservando gli interventi manutentivi (con cadenza annuale o, in modo straordinario, nel caso in cui compaiano infiltrazioni verso gli spazi interni) definiti da:
- le operazioni di pulizia complessiva delle interfacce di battuta e di chiusura del telaio;
- l’opera di esame visivo, atto a verificare lo stato del gocciolatoio, dei fori e delle asole di scarico;
- le operazioni di pulizia interna dei fori o delle asole di scarico dell’acqua, che occorre provvedere a sgombrare da sporcizia, da sedimenti o da insetti.
Il ripristino
Con questa procedura si entra nel campo della manutenzione vera e propria. Il ripristino è necessario in caso di perdita di lucentezza o di graffi sugli elementi di telaio in PVC e può essere realizzato attraverso l’utilizzo di kit appositi che consentono di mascherare le abrasioni superficiali leggere e rinvigorire l’aspetto estetico dei serramenti evitando interventi di pitturazione, anche parziale.
Quest’ultimo aspetto è molto importante in quanto, anche se le pitture aderiscano sul PVC, non devono mai essere utilizzate per rivestire le porte e le finestre. Infatti, la pitturazione non solo può incidere sulla perdita del beneficio della garanzia, ma può generare alcune situazioni di criticità quali la resa fragile del profilo o una dilatazione eccessiva. Al fine di recuperare la classica lucentezza originale si procede mediante diverse applicazioni, come l’utilizzo di un panno umido da passare sulla superficie dell’infisso subito dopo avere spruzzato una soluzione di acqua e aceto.
La manutenzione della ferramenta
Definite le procedure che riguardano nello specifico il telaio, si passa a considerare gli aspetti che riguardano la ferramenta. Essa richiede pratiche periodiche di ingrassaggio (mediante grassi non acidi o vaselina applicata a spray, che lubrifica e protegge dall’ossidazione, oppure con acqua e sapone neutro) e l’inserimento, sulle parti meccaniche in movimento, di olio in situazione di chiusura.
La pulizia delle parti metalliche visibili, quali le soglie in alluminio o le parti metalliche laccate, prevede interventi e materiali specifici:
- per l’alluminio anodizzato, l’assenza di prodotti acidi o basici, come anche l’utilizzo di abrasivi troppo ruvidi (quali, per esempio, la carta vetrata o la lana d’acciaio);
- per le superfici laccate, l’assenza di utilizzo di benzina, acetone, alcol o prodotti acidi o alcalini che rendono fragile il rivestimento o alterano il colore.
La manutenzione delle guarnizioni
Le procedure di ripristino delle guarnizioni, costituite da materiali resistenti all’azione degli agenti atmosferici, prevedono la rimozione delle polveri e dell’accumulo di sporcizia: durante queste applicazioni si consiglia l’utilizzo di olio di silicone. L’attività diretta alla verifica delle guarnizioni di tenuta (consigliata con cadenza semestrale) consiste nel garantire i requisiti di permeabilità all’aria, impedendo le infiltrazioni che possono incidere sia verso il contenimento dei consumi energetici, sia verso le condizioni di benessere termico e acustico degli spazi interni. Le guarnizioni di tenuta realizzate all’interno della carpenteria e la carpenteria con materiali estrudibili (quali il mastice di silicone o acrilico), non necessitano di manutenzione particolare. In generale, le guarnizioni di tenuta in caucciù o termoplastiche non sono alterate dai prodotti detergenti correntemente utilizzati per pulire le finestre. A tale proposito, si precisa la necessità di evitare l’utilizzo dei solventi organici, degli utensili da taglio o affilati e della pitturazione, in quanto il materiale perde la propria efficienza.
L’analisi dei meccanismi di movimentazione
Questa pratica ha lo scopo di provvedere alla lubrificazione di tutte le parti mobili e di verificare lo stato di usura dei dispositivi di apertura e di chiusura per garantire la sicurezza all’uso. A tale proposito, consigliamo di effettuare l’esame visivo completo dei meccanismi (con cadenza semestrale) e dei dispositivi di sospensione, quali le cerniere. Nel caso in cui riscontraste condizioni di usura è necessario richiedere l’intervento specializzato, al fine di provvedere alla sostituzione delle parti o dell’intero sistema, e non improvvisarsi serramentisti. Le procedure di regolazione della ferramenta (con cadenza annuale) servono a preservare la semplicità di utilizzo del serramento in modo da evitare le eventuali difficoltà di manovra e da mantenere gli sforzi di apertura e di chiusura sia degli organi meccanici sia di messa in movimento delle ante in forma contenuta, favorendo l’azione elastica delle guarnizioni di tenuta in modo uniforme. Secondo le specifiche dei fornitori, si richiama l’operatività (con cadenza annuale) condotta attraverso la lubrificazione dei pezzi in attrito, con olio o grasso, e dei cardini, con grasso o olio privo di acido o di resina.
I meccanismi di sospensione e gli organi di manovra (presenti sul mercato) sono dotati dei dispositivi che permettono regolazioni accurate, con lo scopo di favorire il corretto e agevole utilizzo del serramento. Pertanto, la regolazione della ferramenta (con cadenza annuale) consente di ovviare ai movimenti e alle deformazioni ridotte, rilevando le necessità di esecuzione nei casi caratterizzati dalle ante che urtano il telaio fisso, dalle ante che si urtano tra loro in corrispondenza del montante centrale, dagli accostamenti tra le ante e il telaio fisso di tipo assente o impreciso, dalle ante non allineate con il telaio fisso e dagli sforzi di chiusura superiori alla norma. Inoltre, le opere di regolazione delle cerniere e dei punti di chiusura permettono di esercitare la funzionalità delle guarnizioni di tenuta e, quindi, mantenendo le prestazioni di permeabilità all’acqua e all’aria. La regolazione della ferramenta comprende, rispetto al sistema di cerniere, 3 tipi di applicazioni (laterale, in altezza e in profondità).
La regolazione laterale, definita attraverso le sequenze costituite dall’allentamento della vite nel foro per eseguire una limitata regolazione della pressione della guarnizione nel lato superiore della finestra; dall’operatività sulla vite (mediante chiave a brugola), eseguendo la regolazione girando la chiave in entrambi i sensi; dall’operatività sulla cerniera inferiore, agendo sulla vite e spostando l’anta verso destra o sinistra (per la quota pari a 2 mm).
La regolazione in altezza, agendo sulla vite in modo da alzare l’anta, in senso antiorario, e la regolazione in profondità.
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Dopo aver letto la guida appena riportata, avete a disposizione tutte le informazioni che vi servono per pulire e mantenere al meglio i vostri infissi in PVC. Seguendo le nostre indicazioni potrete allungare la vita dei vostri serramenti e fargli mantenere prestazioni elevate, tutto ciò a patto che i serramenti su cui intervenite siano di qualità, come quelli messi a disposizione da tutti gli associati a ANFIT (Associazione Nazionale per la tutela della Finestra made in Italy)!
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