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I protagonisti della riqualificazione edilizia nazionale insieme per “Un patrimonio da salvare”
Presentato il documento “Un patrimonio da salvare”, sottoscritto da ben 25 operatori ed associazioni, con dieci richieste alle istituzioni al fine di promuovere una politica strutturata ed efficace per il rinnovamento del patrimonio immobiliare italiano
6 Dicembre 2024
Leonardo Barbini
Sostenibilità e ambientte
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Ci possono essere molti modi per cercare di coinvolgere maggiormente le istituzioni sul tema della riqualificazione edilizia nel nostro Paese. Ebbene, riguardo il recente documento “Un patrimonio da salvare” è proprio il caso di dire che si sono fatte le cose in grande…
Un sodalizio di 25 soggetti, protagonisti a vario titolo della filiera del rinnovamento degli edifici, che hanno deciso di fare gruppo per dare corpo ad un documento condiviso e programmatico da portare all’attenzione delle istituzioni. In particolare, nell’elenco dei firmatari di “Un patrimonio da salvare” figurano i principali operatori ed enti associativi che operano nella riqualificazione edilizia, oltre che le associazioni dei consumatori e della tutela ambientale. Un insieme di soggetti che nel complesso coinvolge oltre 430mila consumatori, 150mila lavoratori, 600mila professionisti, 8mila imprese e 410 industrie di produzione.
Un manifesto per il futuro del patrimonio edilizio
Il documento “Un patrimonio da salvare” è articolato su dieci richieste dettagliate al fine di promuovere, appunto, una politica strutturata ed efficace sulla riqualificazione edilizia per affrontare sfide quali:
Focus sull’efficienza energetica
Il documento si sviluppa a partire dalla considerazione che il 40% del consumo finale di energia nell’Unione Europea e il 36% delle sue emissioni di gas a effetto serra sono causati dagli edifici. Due dati che sono più che sufficienti per mettere l’efficienza energetica al centro della politica energetica in Europa come in Italia, con l’intento di coglierne i molteplici vantaggi di tipo sociale, economico e ambientale.
Nel documento viene quindi esplicitata la richiesta “di predisporre innanzitutto una corretta ed esaustiva analisi delle condizioni attuali del parco immobiliare italiano sul piano energetico e della sicurezza. Analisi necessaria a ricavare dati certi sull’entità degli interventi necessari e quindi a definire i dettagli del Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici e il quadro delle misure di stimolo e accompagnamento necessarie”.
Serve un provvedimento ponte per le misure a sostegno
Appare evidente che il lavoro di definizione del Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici richiederà del tempo, per questo nel documento si evidenzia la necessità di varare un provvedimento ponte tra la fine del presente anno e il momento in cui saranno attivate le nuove misure.
Un provvedimento ponte che, “mantenendo alle condizioni vigenti l’Ecobonus e il Sismabonus, consenta di dare continuità alle attività di decarbonizzazione e messa in sicurezza senza compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla EPBD4”. Quest’ultimo è l’acronimo che identifica la versione più recente della Direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici, conosciuta come Direttiva Case Green.
Messa in sicurezza degli edifici
Un altro aspetto importante affrontato nel documento “Un patrimonio da salvare” è la necessità di affiancare la messa in sicurezza degli edifici al loro efficientamento, per garantire la sostenibilità e la resilienza del patrimonio immobiliare. “Solo una piccola percentuale degli edifici esistenti è stata rigenerata o costruita recentemente, mentre la maggior parte necessita di interventi che coniughino riduzione dei consumi energetici e miglioramento della sicurezza”.
Centrale è anche il tema delle risorse, con l’appello al governo di avere “la massima determinazione e influenza, anche in accordo con altri Paesi membri interessati, nel richiedere alle istituzioni comunitarie la messa a disposizione di risorse finanziarie dedicate, al minimo costo e in quantità adeguata, con l’obiettivo di assicurare la congrua ed efficace attivazione della finanza privata, con schemi semplici e prevedibili”.
Il ruolo chiave degli esperti per le politiche energetiche
Tra le tematiche cardine del documento c’è la necessità di un coinvolgimento degli esperti della filiera nei processi di consultazione e definizione delle politiche energetiche. Un confronto, quello tra istituzioni e operatori, del resto caldeggiato proprio dalla Direttiva EPBD4, che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico con tutti gli stakeholder coinvolti.
“Grazie all’esperienza specifica e applicata quotidianamente sul campo – viene spiegato nella presentazione di “Un patrimonio da salvare” –, gli operatori del settore potranno offrire un contributo significativo all’elaborazione del Piano Nazionale di ristrutturazione, che l’Italia dovrà mettere a punto entro il 2025, e al disegno delle nuove misure di sostegno”.
Un patrimonio da salvare: i firmatari
Un “Patrimonio da salvare” è stato realizzato da: Adiconsum, AEM – Associazione Energy Managers, AiCARR, AIPE, Altroconsumo, Anfit, ANING – Associazione Nazionale Ingegneri, Anit, Anpe, ARSE, Assocond CO.NA.FI, Assovernici, Gruppo pitture e vernici Federchimica-Avisa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, Cortexa– Eccellenza nel Sistema a Cappotto, Federcomated, Federazione Filiera Legno, F.I.V.R.A., ISI Ingegneria Sismica Italiana, Legambiente, Kyoto Club, Rete Professioni Tecniche, Renovate Italy e Rete Irene.