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Appello alle istituzioni: riqualificazione edilizia con risorse adeguate e accessibili

riqualificazione

Dieci proposte per salvare il patrimonio edilizio

Il futuro della riqualificazione edilizia in un documento congiunto presentato dalle associazioni di settore

Da Ilaria Carmen Restifo –27 Novembre 2024

patrimonio da salvare
 

Sono stati presentati oggi i lavori di un tavolo interassociativo composto dai principali operatori della filiera dell’edilizia per rispondere alle sfide poste dalla Direttiva EPBD4, richiede azione e canali di finanziamento certi.

“La filiera della riqualificazione energetica e della messa in sicurezza degli edifici, come ben sappiamo, sta attraversando un periodo molto critico e le prospettive non sono rosee. Il suo futuro è incerto. A noi si sono aggiunti anche tutti quei soggetti che hanno a cuore l’ambiente e la sicurezza, perché i soggetti che fanno parte di questo progetto non sono solo quelli della filiera dell’edilizia, ma abbiamo anche associazioni ambientaliste e associazioni dei consumatori”. Valeria Erba, Presidente di ANIT, organizzatori della giornata.

A questa esigenza hanno fatto seguito dieci proposte volte a dare slancio alle politiche di efficienza energetica e sicurezza antisismica, indispensabile driver per adeguare ed innovare il Patrimonio del nostro Paese. Indicazioni contenute in un documento di indirizzi dal titolo: Un patrimonio da salvare.

Nel complesso le linee guida rispondono alla esigenza di chiarezza nelle traiettorie governative circa l’efficientamento energetico degli edifici. Una situazione che mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi, determina una recessione settoriale a danno della filiera, compromette la capacità produttiva e organizzativa dei servizi realizzati negli ultimi anni, e comporta una contrazione dei livelli occupazionali, con conseguente perdita di risorse. Le problematiche emerse con alcuni provvedimenti incentivanti e il frequente ricorso alla decretazione d’urgenza hanno provocato confusione, sfiducia e gravi problemi di certezza del diritto.

La fase successiva: una proposta tecnica dettagliata

In attesa della fase successiva, che potrà prevedere la redazione di una proposta tecnica dettagliata, le indicazioni si concentrano soprattutto in una proroga delle misure esistenti per il 2025. A questo scopo, è stata presentata una proposta di emendamento per il 2025, e inviata alle diverse parti politiche.

“Abbiamo già fatto una proposta di emendamento che è appunto il fatto di prorogare ecobonus e sisma bonus almeno per tutto il 2025, per tutte le motivazioni di cui abbiamo detto. Questa proposta di emendamento l’abbiamo mandata a diverse parti politiche insieme al documento. È stata suggerita all’interno dei vari emendamenti della Legge di Bilancio. Ad oggi è ancora all’interno della discussione e quindi speriamo che possa essere portata avanti”, ha dichiarato Valeria Erba a conclusione dell’incontro.

I punti cardine sono di mantenere incentivi come ecobonus e sismabonus nei nuovi schemi, coinvolgere esperti del settore nel processo decisionale, garantire accesso equo degli interventi di riqualificazione tramite finanziamenti e meccanismi di garanzia, collaborare con istituzioni europee per ottenere risorse finanziarie adeguate.

 

 

Patrimonio da salvare
 

Il decalogo

  1. La riqualificazione edilizia è un tema sociale: efficienza energetica, sostenibilità ambientale e sicurezza in edilizia non possono essere considerate solo un onere, ma un’opportunità di sviluppo e miglioramento delle condizioni di vita. È necessario avere chiarezza sulle linee di indirizzo che il governo vuole percorrere su questo tema.
  2. Per poter disporre di dati certi sull’entità degli interventi richiesti, bisogna predisporre un’esaustiva analisi circa le condizioni del parco immobiliare italiano sul piano energetico e della sicurezza.
  3. È necessario definire con una tabella di marcia realistica, il Piano Nazionale di Ristrutturazione degli edifici e il quadro delle misure di stimolo, compreso in un provvedimento ponte tra la fine del presente anno e il momento in cui saranno attivate le nuove misure.
  4. Nelle more dell’attivazione delle nuove misure di stimolo, a decorrere dal 1° gennaio 2025 fino all’entrata in vigore del nuovo schema, devono essere mantenute – alle condizioni oggi vigenti – tutte le misure di sostegno previste dal decreto-legge 63/2013 (ecobonus, sismabonus).
  5. Per mettere a frutto le esperienze acquisite, gli attori del settore dovranno essere messi in condizione di offrire il proprio contributo per l’elaborazione del Piano Nazionale di Ristrutturazione e per il disegno delle nuove misure di sostegno, avviando un confronto con esperti e beneficiari, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro in sinergia con il tavolo interministeriale.
  6. Il nuovo schema di sostegno dovrà essere basato su rigorosi criteri di efficacia rispetto agli obiettivi fissati, sia sul piano economico che su quello tecnico e della durabilità degli interventi.
  7. È necessario assicurare la stabilità dei provvedimenti in relazione all’orizzonte temporale del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli edifici e la certezza delle relative regole, prevedendo un adeguato monitoraggio e aggiornamento periodico del sistema, evitando il ricorso alla decretazione d’urgenza.
  8. Le modalità delle misure di stimolo non devono essere di ostacolo alla formazione delle decisioni collettive, poiché in Italia la proprietà condominiale interessa due abitazioni su tre, e in essa si concentra gran parte della povertà e dell’inefficienza energetica.
  9. A tutti dovrà essere consentito l’accesso alla riqualificazione, attraverso il coinvolgimento sicuro dei soggetti finanziatori, con l’introduzione di provvedimenti semplici ma a lungo termine (trasferimento degli incentivi e meccanismi di garanzia).
  10. Sarà necessario esercitare la massima determinazione, anche in accordo con altri Paesi membri, nel richiedere alle istituzioni comunitarie la messa a disposizione delle risorse finanziarie dedicate, al minimo costo e in quantità adeguata, con l’obiettivo di assicurare l’attivazione della finanza privata, con schemi semplici e prevedibili.

Le proposte sono state condivise dai partecipanti al tavolo dei lavori, ad oggi 25 firmatari, che spaziano da associazioni di consumatori (AdiconsumAltroconsumoAssocond CO.NA.FI), ad associazioni ambientaliste (Renovate ItalyKyoto ClubLegambiente); da associazioni di professioni tecniche (Consiglio Nazionale IngegneriConsiglio Nazionale dei Periti IndustrialiAssociazione Nazionale IngegneriAssociazione Energy ManagersRete Professioni Tecniche), al mondo dell’impresa (AipeAnitAnpeFivraAnfitAssoverniciFiliera LegnoFederchimicaISI ingegneria sismicaFedercomatedArseAicarrCortexaRete Irene.

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